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domenica 11 gennaio 2015

Ghoul (di Brian Keene)



Ghoul

di Brian Keene

Deadite Press editore

333 pagine

Link per l'acquisto










Sinossi

1984. Timmy Graco e i suoi migliori amici, Barry Smetzler e Doug Keiser, sono tre dodicenni che si apprestano a vivere quella che sarà l'estate più intensa della loro vita. Hanno anche una “base segreta”, ossia un nascondiglio ricavato nei pressi del cimitero del paese, di cui è custode il padre di Barry, un pericoloso ubriacone. Qui passano il tempo tra fumetti, soldatini e primi discorsi sulle ragazze e sulla sessualità.
Eppure qualcosa sembra turbare la placida estate del piccolo sobborgo di Baltimora in cui vivono i tre amici. Dapprima si tratta della scomparsa di una coppietta di liceali, il cui destino getta più di un'ombra sulla quiete della comunità. Nel mentre il cimitero subisce dei bizzarri smottamenti che fanno sprofondare alcune tombe nel sottosuolo. 
Timmy, Barry e Doug sono anche presi dai loro guai personali. Il nonno di Timmy è morto da poco, mentre Barry e Doug subiscono abusi dai loro genitori. Eppure presto si accorgeranno che un male più grande incombe su tutti loro, e la sua natura è antica, ultraterrena e disgustosa...

Commento

Ghoul sta a Keene come It sta a King e L'estate della paura a Simmons, ma in versione paperback (più breve e immediato).

Definiamolo quindi un romanzo di formazione in salsa horror, genere che a me non spiace affatto, anche se risponde a degli stereotipi che vanno fin troppo consolidandosi. Ghoul si pone un gradino più in basso di It e due più in basso rispetto al romanzo di Simmons, che considero il capolavoro di questo sottogenere. Necessitano alcune spiegazioni per giustificare questo giudizio. Vedo di darvele.

Keene è ottimo – tanto quanto i colleghi – nel caratterizzare i tre giovani protagonisti del suo libro. Timmy, Barry e Doug sono del tutto tridimensionali, credibili nei ragionamenti, negli atteggiamenti e nei dialoghi. Due di loro vivono tra l'altro situazioni familiari molto pesanti che, come si vedrà sul finire del romanzo, pregiudicheranno il loro futuro di uomini adulti.

La parte in cui Ghoul perde il confronto con gli altri due romanzi è quella del villain. Il demone divoratore di cadaveri citato nel titolo non ha né il fascino di Pennywise (It) né la potenza della Campana dei Borgia (L'estate della paura). Il Ghoul è una figura in fondo meschina, per sua stessa ammissione inferiore ad altri mostri che vanno a comporre la mitopeica dell'universo horror di Brian Keene. Ciò nonostante non sono disprezzabili i vezzi di splatter che il suddetto demone regala ai lettori, tra banchetti di cadaveri e squartamenti dei viventi. Nulla di troppo mostrato, ma molto di splendidamente raccontato (alla faccia di chi sostiene che questa tecnica sia sempre e comunque sbagliata).

C'è un aspetto su cui Keene ha lavorato in modo furbetto, durante la scrittura di Ghoul, vale a dire la rievocazione dell'atmosfera degli anni '80. L'autore abbonda nelle citazioni di canzoni, dischi, programmi televisivi, fumetti della Marvel e della EC Comics, tanto che alla fine ci si sente trascinati, volenti o nolenti, nel 1984, anno in cui e ambientato il romanzo.
Si tratta di una strategia molto astuta e comunque del tutto lecita, quasi come se Keene abbia voluto rivolgersi a uno specifico pubblico pigiando sui tasti della nostalgia e delle atmosfere vintage. Opportunismo? Scelta facile? Può darsi. Comunque sia funziona: a me in quanto lettore tanto basta.

lunedì 15 luglio 2013

Earthworm Gods - AKA The conqueror worms (di Brian Keene)


Earthworm Gods
(precedentemente conosciuto come The conqueror worms)
di Brian Keene
233 pagine
Disponibile su Amazon in versione inglese, digitale e cartacea
Disponibile la versione italiana, I vermi conquistatori









Sinossi

Un giorno, semplicemente, la pioggia non cessa più di cadere. Mentre le acque salgono, sommergendo coste, città, intere regioni, i superstiti a questo nuovo diluvio universale pensano di essere arrivati alla tanto temuta fine del mondo. Forse hanno ragione, ma le alluvioni non sono la cosa peggiore che li attende. Qualcosa di più terribile, di inimmaginabile, sta risalendo dalle profondità della terra, scavando e divorando qualunque cosa intralci il loro cammino.
Ma cosa sono realmente gli enormi, spaventosi vermi che attaccano di punto in bianco ciò che rimane della razza umana? Creature naturali, spinte in superficie dalla pioggia, o esseri appartenenti alla sfera del sovrannaturale? 

Commento


Ripropongo questa mia vecchia recensione di uno dei capisaldi della vasta produzione di Brian Keene.
Lessi questo libro in inglese, anni fa. Nella sua prima edizione s'intitolava The Conqueror Worms e aveva un'altra copertina. Poi Keene ha litigato con la sua vecchia casa editrice, facendo ristampare tutti i suoi volumi ex novo per i ragazzi della Deadite Press.


E' grazie a essi che ora potete trovare quasi tutti i libri di mr. Keene anche in formato digitale, anche se a un prezzo piuttosto altino (sei euro circa).
Come inframezzo, questo romanzo venne pubblicato anche in Italia dall'intraprendente e compianta Edizioni XII, col titolo I vermi conquistatori. Quindi, come ho indicato nella scheda introduttiva, il libro è reperibile (ancora a breve, immagino) anche per il nostro mercato.


(Recensione del 27 gennaio 2009, riveduta e corretta)

Di Brian Keene vi ho già parlato diverse volte in passato. E' un autore che stimo molto, e che in Italia è stato praticamente ignorato da tutte le case editrici che si occupano di horror, tranne una.
Keene è tutto ciò che ha bisogno la narrativa d'orrore: storie incalzanti, al contempo originali e ricche di citazioni, stile maturo ma non ridondante, personaggi credibili e tridimensionali.
Siamo lontani dalle storie a lenta carburazione di King, da cui Keene prende alcuni pregi evitandone i peggiori difetti. Nei romanzi di questo autore si ha spazio tanto per l'adrenalina quanto per le atmosfere. E per il "fantastico". Ebbene sì: questa parolina magica che tutti cercano ma che gli scrittori sembrano rifuggere sempre più, forse per incapacità di maneggiare tale patata bollente.
Per fortuna Keene lo fa senza troppi problemi e i risultati sono sempre molto buoni. Quasi sorprendenti.
Earthworm Gods è un romanzo horror-fantastico apocalittico, se proprio vogliamo inquadrarlo per bene. La copertina e la risicata sinossi potrebbero far pensare a qualcosa "alla Tremors"; in realtà l'autore si rifà a una personale interpretazione di alcuni aspetti della letteratura lovecraftiana, attualizzandola però in un contesto in cui si lascia più spazio ai protagonisti (praticamente ignari di quello che stanno per affrontare), che non ha spiegazioni dettagliate sul perché accade quel che accade.
Il senso di orrore palesato dall'affrontare creature mostruose sbucate dal nulla è reso molto bene dalla narrazione in prima persona. Il romanzo è diviso in due tronconi (comunque facenti parte della medesima trama) che ci permettono di sbirciare dietro il sipario di questa fine del mondo tanto sull'isolato cucuzzolo di una montagna quanto in quel che rimane di una delle città sommerse (Baltimora).
I protagonisti sono gente comune, trovatisi per un motivo o per l'altro a sopravvivere alle piogge, per affrontare quello che viene dopo. Niente super-militari, scienziati o capi di stato. Bensì un vecchio in carenza da nicotina, un ex commesso di un Blockbuster, un montanaro non troppo sveglio, un paio di punk e altri soggetti su questa falsariga.

Keene ci guida per mano attraverso questa Apocalisse, con fare sapiente, senza cali di tensione e con riferimenti succulenti che gli amanti del genere sapranno apprezzare a dismisura, come ha fatto il sottoscritto. Non vi ho ancora convinto? Ecco altre cosucce che troverete in questo libro: uno spaventoso mostro marino, delle vecchie leggende marinare, dei satanisti, sacrifici umani e... chi più ne ha più ne metta.

lunedì 8 aprile 2013

Take the long way home (di Brian Keene)


Take the long way home

di Brian Keene

Deadlite Press

104 pagine, 7.99 $ (Kindle edition) oppure 7.95 $ (paperback)

In lingua inglese







Sinossi

In tutto il mondo moltissime persone scompaiono all'improvviso, in un battito di ciglia.Scompaiono mentre sono alla guida delle loro auto. Mentre fanno la spesa al centro commerciale. Dalle loro case. Dai loro letti. Dalle braccia dei loro compagni.
Scompaiono persone comuni, leader politici, cantanti, piloti di aerei. Vecchi, bambini, donne e uomini.
Steve, Charlie e Frank stanno tornando a casa quando tutto ciò accade. Alcuni loro colleghi sono svaniti insieme agli altri, mentre loro tre no, e non sanno ancora quale sorte è toccata ai parenti che li attendono a casa. Tutto ciò che possono fare è mettersi in marcia e scoprirlo. Nel mentre la civiltà attorno a loro crolla a ritmi vertiginosi. Le autorità, dimezzate negli effettivi, non riescono a porre rimedio ai molteplici incidenti occorsi nel momento della “cattura”. Non solo il mondo si trova ad affrontare un'emergenza senza precedenti, coloro che sono stati lasciati indietro hanno anche una domanda a cui trovare risposta: dove sono finite le persone svanite nel nulla? Sono state rapite dagli alieni? Oppure si tratta della rapture, la chiamata di Dio ai suoi servi più puri e fedeli?

Commento

In primis vi devo mettere in guardia. Questo libricino di sole 104 pagine si legge nel giro di due/tre ore. Il rapporto quantità/prezzo non è affatto favorevole, nemmeno in formato ebook. In pratica Take the long way home non può essere definito un romanzo, bensì un novelette, un racconto lungo.

Altra notizia che può spiazzare qualcuno: Keene affronta questa storia pescando nella mitopeica dei reborn christians, e in particolare nella rapture, la cattura celeste che, in anticipo di qualche anno rispetto alla fine del mondo, convocherà tutti i credenti più puri in paradiso, lasciando tutti gli altri a patire l'interregno dell'Anticristo, a cui seguirà poi la seconda venuta di Gesù.

Tempo fa ho dedicato un dossier sulla ricca – in termini prettamente monetari – narrativa americana che si rifà alla dottrina dei cristiani rinati e dei neocon. Lo trovate qui. Si tratta di saghe a metà tra la fantascienza e l'horror, ma in cui la distinzione tra buoni e malvagi è sempre nettissima.

Fa un po' strano vedere Brian Keene che si cimenta con un argomento così spinoso. Per fortuna si tiene lontano dalle banali estremizzazioni di autori fanatici come il reverendo LaHaye, un tizio che coi suoi romanzi escatologici ha venduto più di tal Stephen King.
Dall'impostazione medesima di Take the long way home si vede che Keene non ha intenzione di battere sul fanatismo religioso. I tre protagonisti della novel sono rispettivamente un ebreo, un gay e un ateo di origini polacche. Anche se la storia prende effettivamente il risvolto religioso/soprannaturale, non c'è alcun compiacimento nel descrivere una giustizia divina selettiva ed eugenetica che, un bel giorno, salverà i timorati del Signore e lascerà gli altri a scannarsi come bestie tra le rovine della civiltà.

In questa novel la rapture è un fatto concreto e inspiegabile in termini scientifici, eppure la mente del lettore non è mai violentata per meri scopi di proselitismo.
Per il resto Keene sguazza nel suo ambiente naturale, l'horror apocalittico. Genere in cui ha davvero pochi uguali nell'immaginare il crollo della civiltà e le bassezze umane che ne derivano in modo violento e virale. In Take the long way home non ci sono zombie, vampiri o guerre nucleari. Ciò che avviene è causa di un evento inspiegabile e “divino”, ma quel che ne consegue – violenze, stupri, saccheggi, brigantaggio – è innegabilmente opera della natura umana.

Non è una storia imperdibile, non è il miglior Keene. Tuttavia è un ulteriore ottimo esempio di come si può gestire uno scenario catastrofista partendo dal basso, e con gli occhi di persone comuni, non di eroi o di scienziati.
Al solito l'inglese di mr. Keene è di una fluidità impressionante, comprensibilissimo anche per chi ha una conoscenza poco più che scolastica di questa lingua. Ciò che impressiona dell'autore è proprio la maestria con cui costruisce trama e dialoghi. Se a una prima, banale occhiata può sembrare una scrittura semplice, ci si accorge presto che si tratta di ben altro: fluidità e occhio “cinematografico” di azioni e situazioni.

(Da un mio articolo del 13 luglio 2011)

mercoledì 17 agosto 2011

The Rising: Selected scenes from the End of the World



The Rising: Selected scenes from the end of the World

Di Brian Keene

Edizioni Delirium Books (in lingua inglese)

212 pagine, 12.20 dollari

(recensione del 23/07/2010)



Sinossi


The Rising e il suo seguito, City of the Dead, hanno rivitalizzato la narrativa horror, regalando ai fan del sottofilone zombie una nuova saga da celebrare. Questa antologia di racconti brevi getta uno sguardo molto più ampio sul mondo apocalittico immaginato dal geniale Brian Keene.

Selected scenes from the end of the World (d'ora in poi SSEW) contiene 32 storie basate sugli eventi narrati nel celebre dittico keeniano. Si va dai primissimi istanti in cui l'invasione dei Siqqusim (gli spiriti demoniaci che trasformano la gente e gli animali in mostri antropofagi) ha inizio, fino ad arrivare alla vera e propria fine dei giorni, quando altre creature infernali, perfino peggiori dei Siqqusim stessi, varcheranno le porte per il nostro mondo, distruggendolo del tutto.

Un tour dell'orrore che va dagli Stati Uniti all'Australia, dall'Inghilterra alla Norvegia.

Commento


SSEW è in parte un'opera furbetta, che sfrutta il successo del dittico più famoso in tema di zombie e apocalissi horror. Due soli romanzi, secondo gli standard odierni, sono davvero pochi, quindi questa antologia va a sfruttare una nicchia di mercato che senz'altro ha ancora molto spazio libero.

Ciò nonostante Keene approfitta dell'occasione per spaziare nella sua ambientazione più riuscita, senza più porsi vincoli temporali o geografici, che gli erano invece imposti in The Rising e City of the Dead. Risulta particolarmente riuscita la scelta di ripartire i 32 racconti brevi su un asse di tempo che va dai primi momenti dell'invasione Siqqusim al giorno in cui essi diventano i padroni incontrastati di una terra morente e irriconoscibile.

L'inizio, va detto, è piuttosto fiacco. I primi tre-quattro racconti non sono nulla di che, esercizi di stile poco soddisfacenti. Poi, quando il dilagare degli zombie demoniaci è oramai palese, Keene schiocca le dita delle mani e inizia a buttar giù storie di grande impatto emotivo. Come sempre lo scrittore statunitense è grandioso nell'amalgamare horror puro, cinematografico, a momenti di intensa umanità, ma inseriti in modo così naturale e spontaneo da non sembrare mai forzati.

Chi cerca storie a lieto fino può tranquillamente evitare l'acquisto di SSEW. Keene non ci pensa nemmeno a regalare qualche speranza ai lettori. Il lusso massimo che è concesso ai suoi personaggi è quello di morire con dignità, senza essere posseduti dai Siqqusim e da essi obbligati a divorare parenti e amici.

Qui parliamo di fine del mondo e fine del mondo è. Nessuna titubanza nel distruggere tutto e nel massacrare chiunque, da un capo all'altro del pianeta.

Se più o meno a metà dell'antologia ravvisiamo un nuovo momento di down, non c'è da preoccuparsi. Dura il tempo di un racconto o due, poi la gloriosa marcia funebre riprende alla grande.

Tra l'altro Keene sfrutta SSEW per regalarci qualche informazione supplettiva riguardo a ciò che accadrà dopo che i Siqqusim ci avranno distrutto. Come già accennato in City of the Dead, i demoni antropofagi non sono altro che le avanguardie di alcuni loro “cugini”, gli Elilum e i Teraphim, incaricati a loro volta di possedere e distruggere il regno vegetale e quello degli insetti. Per poi muoversi oltre.

Solo citati nel dittico di romanzi, Elilum e Teraphim fanno capolino in SSEW regalandoci quelli che sono forse i due migliori racconti dell'antologia.

Per chi conoscere anche gli altri lavori di Keene ci sono ulteriori regali: agganci, rimandi e strizzate d'occhio a The conqueror worms, Ghoul e Dark hollow.

In sostanza: un'antologia non imprescindibile, ma valida, solida e realizzata con molta professionalità e mestiere.