La porta di Atlantide
Giulio Leoni
Mondadori Editore
432 pagine, 19,90 euro
(recensione inedita)
Sinossi
Vanja è
bellissima. Alta come una modella, lo sguardo di ghiaccio e i lunghi
capelli completamente bianchi... il suo fascino enigmatico spicca
nella sala semivuota dove è in corso una conferenza sulla
leggendaria isola di Atlantide. Ovvio che la noti uno scrittore di
romanzi gialli, tanto sembra fuori posto in quel luogo. Come è
insolito il mestiere che si è scelta in Italia: la dama di
compagnia. E le sorprese sono appena cominciate: poche ore dopo
l'incontro alla conferenza, muore in circostanze sospette l'anziana
signora che Vanja assisteva, una donna che è stata un tempo
una famosa veggente, e che porta con sé il segreto delle sue
visioni. Tra cui forse proprio la chiave che apre la porta dell'isola
perduta. Affascinato dalla giovane slava, il protagonista inizia una
personale indagine. Ma presto viene travolto da un turbine di indizi
e prove che assumono una luce ancor più sinistra in presenza
di nuovi omicidi. Una trama in cui nulla sembra avere senso, e in cui
compaiono via via fatti e personaggi sempre più strani. Nulla,
se non appunto le tracce appena visibili di quella antica terra,
Atlantide, e del mistero della sua scomparsa. Perché è
da quella remota tragedia che tutto ha avuto origine. Lo crede
disperatamente Vanja, custode di un segreto inconfessabile che si è
portata dentro dalla nascita. E comincerà a crederlo anche il
protagonista, sempre più sconcertato da quello che va
scoprendo: Atlantide è davvero esistita, le sue rovine
attendono qualcuno che le riporti alla luce con il loro segreto.
Commento
Raramente recensisco
materiale pubblicato da Mondadori, casa editrice di cui non condivido
il 90% delle strategie editoriali. Faccio volentieri eccezione per i
titoli veramente meritevoli, come accade per Giulio Leoni, ottimo
autore che mi è piaciuto in quasi tutto il suo materiale che
mi è capitato in mano.
La porta di Atlantide
è un thriller velato di soprannaturale e con alcune
connotazione da spy-story. C'è quindi un'abbondanza di
suggestioni e generi che, se amalgamati da uno scrittore meno
esperto, andrebbero a comporre un improbabile pasticcio. Per nostra
fortuna Leoni è invece una penna esperta e piacevole da
leggere, al di là della storia che di volta in volta decide di
narrare.
E questa volta si tratta
di una storia che senz'altro ha tutto il potenziale per piacere al
sottoscritto: civiltà perdute, fantarcheologia, nazismo
esoterico, donne misteriose... Il tutto senza quasi mai muoversi dal
contesto urbano di una Roma livida e in cui s'intrecciano le vicende
dei due protagonisti principali.
Atlantide, il leggendario
continente fantasma, fa da sfondo a un'indagine nata in modo casuale,
in cui uno scrittore (alter-ego di Leoni?) si trova coinvolto in una
brutta faccenda di omicidi correlati a una medium e spionaggio
industriale di altissimo livello.
L'autore è ottimo
nel tracciare una trama portante, in cui si sviluppano diverse storie
corollarie, molte delle quali hanno solo in parte a che fare con la
ricerca di Atlantide, ma che sono perfette nel disegnare un quadro
d'insieme ricco di spunti e di rigorosità logica. Come al
solito Leoni si dimostra bravissimo nell'inserire riferimenti storici
precisi, che vanno dal processo a Galileo ad alcune ricerche
occultistiche delle SS prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il pregio del romanzo,
che però per molti sarà anche un limite, è
quello di non spingersi mai con entrambe i piedi oltre a quella
sottile linea che separa la realtà e il fantastico. O meglio:
il lettore viene indotto a credere che certi elementi narrati
trascendano le spiegazioni razionali, salvo che poi quasi tutto
sembra man mano rientrare, lasciando la storia più sui binari
del thriller che non altrove.
Da qualunque parte lo si
guardi La porte di Atlantide è comunque un libro
solido, piacevole e scritto come Dio comanda.
Visto lo stile brioso e
ironico di Leoni azzardo col dire che dovrebbe piacere anche a chi
non ama il genere (un po' come succede per i romanzi di Tullio
Avoledo).
Promosso senza
particolari riserve.
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