lunedì 8 agosto 2011

Malarazza (di Samuel Marolla)



Malarazza

di Samuel Marolla

Epix Mondadori n°8

251 pagine, 4.90 euro

(Recensione del 16/11/2009)




Sinossi


È l'ombra ignota che sussurra alle nostre spalle. È l'ultimo vicolo infame della megalopoli corrotta. È la mannaia incrostata con la quale vengono perpetrati orribili delitti. È la cantilena ossessiva ripetuta senza fine da voci maledette. È il cane mutilato che sembra uscito da un incubo allucinatorio. È la congregazione di dementi pronta allo sterminio nell'attesa dell'Apocalisse. È il calderone ribollente dal quale tracima schiuma nera e infetta. È l'affabulatore cieco che conosce tutte le strade del mondo dei non-morti. È l'indifferenza letale di chi sa ma sceglie di guardare dall'altra parte. Tutto questo e molto, molto di più, è il popolo delle tenebre, la Malarazza.


Commento


Non conoscevo affatto Samuel Marolla. Per questo la pubblicazione della sua antologia per Epix (collana Mondadori da edicola, recentemente chiusa, N.D.R.) mi aveva un po' spiazzato. Anche perché, dalle solite leggende metropolitane che circolano nell'ambiente, le antologie di esordienti di solito non vengono calcolate nemmeno di striscio dagli editori.

Sta di fatto che, comprato e letto il libro di Marolla, devo dire che sarebbe stato un peccato mortale non pubblicarlo.

I racconti di questo scrittore milanese sono, senza fare troppi giri di parole, quanto di meglio ho trovato nel campo della narrativa breve di genere negli ultimi anni.

Storie molto dark, ma senza mai rinunciare a una spruzzata di humor nero, con ambientazioni prettamente italiane (anzi, milanesi), che vanno a ridefinire il concetto di horror metropolitano, mischiando vecchie suggestioni tipiche di questo settore, con nuovi spunti che prendono qua e là tra cinema e fumetti.

Si va dalle bambine demoniache di Sono tornate alla Milano spettrale e ferragostana de La pista ciclabile. Passando da una fiaba nera come Tè nero, per arrivare al racconto in stile Ai confini della realtà, Candelora. Tralasciando un solo passo falso, l'inutile Tequila e peccati, Marolla sfiora anche il genere splatter, che per fortuna però viene confinato a un unico racconto. Dico per fortuna perché l'autore si fa apprezzare soprattutto nelle sue storie che ammiccano a fantasmi moderni, che abitano condomini miasmiali, a streghe vestite da vecchie signore rimbambite, che abitano nella periferia della città, a culti lovecraftiani insiediati in quartieri sonnolenti e anonimi.

Sangue e frattaglie non servono a Marolla per creare piccoli quadri di orrore nascosto, quotidiano ma non banale, bensì aperto a sguardi su altre dimensioni, quelle dell'ignoto.

Una delle cose che più si apprezza nella raccolta è il susseguirsi di racconti ambientati in estate, invece che nei consueti inverni nebbiosi.

Per chi conosce Milano è indubbio che proprio i mesi più caldi (agosto in particolare) sono anche i più spettrali e borderline. Col caldo la gente normale fugge al mare o si chiude nei supermercati refrigerati dall'aria condizionata, mentre nei vicoli, nei parchi colpiti dalla canicola, fanno capolino tizi strani e storie inquietanti.

Ecco, Marolla dà il meglio di sé in queste prove, ottenendo risultati superbi.

La mia personale classifica:

1. La pista ciclabile

2. Tè Nero

3. L'estraneo

Sarebbe interessante vedere l'autore alle prese con qualcosa di più lungo, ma ho il sospetto che la sua dimensione sia proprio quella della narrativa breve. Ci voleva uno così.

Riassumendo: la migliore uscita della collana Epix dalla sua nascita a oggi, nonché la migliore antologia horror che ho letto negli ultimi - esageriamo - cinque anni.

Acquisto non suggerito, bensì indispensabile. (Ora, a distanza di due anni, Malarazza risulta quasi introvabile).

1 commento:

  1. col senno di poi, penso si possa dire la migliore uscita di tutta epix. forse, addirittura, l'unica davvero interessante...

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