venerdì 27 aprile 2012

La ballata di Bobbie Howard (di Davide Mana)



La ballata di Bobbie Howard

di Davide Mana

EBook Autoprodotto

Download Gratuito: ePub - PDF








Sinossi

Si può immaginare qualcosa di peggio che essere giovani, intelligenti, creativi e indipendenti in un posto morto come Cross Plains, Texas, negli anni della Depressione?
Ovviamente sì…

Commento

Ci sono molti modi per scrivere di fantascienza ucronica. Uno di questi, forse il più complicato e sottile, è quello di utilizzare della metanarrativa, reinventando alcuni noti scrittori in vesti più o meno differenti da quelle che tutti conosciamo.
Gli esempi si sprecano, da Dante Alighieri e Pitagora detective, da Sherlock Holmes cacciatore di vampiri, ad H.P. Lovecraft supereroe, e chi più ne ha più ne metta.
Nell'ebook che vi presento in questo post l'autore, Davide Mana, alza la posta e lo fa con coraggio e divertimento. Sì, perché reinventarsi Robert E. Howard, leggendario autore di Conan e di Solomon Kane, cambiandogli addirittura sesso è una mossa geniale e folle. 
Geniale perché il racconto fila via che è un piacere.
Folle perché forse, come lo stesso autore dà a intendere nei commenti sul suo blog, qualche vecchio purista howardiano potrebbe rimanerne scandalizzato. Cosa che in fondo a noi tange fino a un certo punto.

Non contento, Davide Mana cita anche un altro pezzo da novanta, il già evocato HPL, cambiando sesso pure a lui.
Doppio "scandalo", doppio godimento.
Il racconto è breve, si legge con gran piacere e fila via liscio, in uno stile scorrevole e pulito, con tanto di colpo di scena finale. Non aspettatevi nulla di particolarmente movimentato, né elementi weird che vadano al di là di quelli citati in questo articolo. La finezza de La ballata di Bobbie Howard sta tutto nel gioco del mischiare le carte, cercando di ipotizzare un what if biografico decisamente sfizioso.

Il racconto potete scaricarlo gratuitamente, ma se volete qui trovate le coordinate per fare una piccola donazione all'autore. Sistema di condivisione in rapida diffusione e smaccatamente onesto.

Buona lettura.

giovedì 19 aprile 2012

Offshore (di Germano M.)



Offshore

di Germano M.

eBook Autoprodotto - Racconto ispirato al progetto Survival Blog

61 pagine, 0.89 euro








Sinossi

Giugno 2016. L'umanità è stata in buona parte cancellata da una pandemia di origine prionica, la Gialla. Nel corso di soli cinque anni gli infetti, trasformati in cannibali folli e rabbiosi, hanno cancellato paesi, nazioni, comunità, scatenando panico e la follia. Guerre, carestie e crolli finanziari che hanno accelerato il crollo della civiltà.
Tra i superstiti che hanno cercato rifugio lontano dalla pandemia, questa in particolare è la storia di Geremia, isolato su una wind-farm a largo delle coste indiane, devastate dal fallout radioattivo causato dalla guerra col vicino Pakistan di pochi anni prima.
A cosa può portare la prolungata solitudine in un mondo morente? Ma Geremia è poi davvero solo, o c'è qualcosa che lo aspetta, al margine delle acque battute dai venti radioattivi?

Commento

Il progetto di scrittura condivisa Survival Blog ha prodotto un'interessante quantità di ebook autoconclusivi correlati allo scenario di base.
Germano è stato fin dall'inizio uno degli scrittori che ha maggiormente intuito le potenzialità dell'ambientazione pandemica, tanto da aver scritto e pubblicato Girlfriend from Hell, una specie di "caso letterario" nel sottobosco dei romanzi digitali indipendenti italiani. Storia potente, evocativa, ma anche meta-cinematografica per più di un motivo (non per ultima la presenza dell'attrice Zooey Deschanel, ossia la girlfriend citata nel titolo).

Con Offshore Germano abbandona i personaggi di GfH ma non le atmosfere pandemiche. Con un intelligente e lungimirante campio di latitudine l'autore ci porta nei pressi dell'India, laddove la Gialla ha colpito (se possibile) ancora più duramente, complice la sovrappopolazione e la guerra nucleare combattuta coi vicini pakistani.
Geremia è un uomo duro, sopravvissuto per un misto di fortuna, furbizia e soprattutto grazie a un grande senso d'adattamento. Non un eroe quindi, ma nemmeno un antieroe. Attraverso una narrazione fatta di data entry nel giornale (informatico) di bordo, il protagonista di Offshore ci regala scorci allucinati della sua vita sulla wind-farm, ma anche ricordi ancor più spaventosi di quella che è stata la sua vita nel momento in cui si è trovato bloccato, per motivi di lavoro, nei pressi della Penisola Indiana. Le descrizioni secche ed efficaci di città travolte dalla pandemia e dagli infetti, ma anche da un'isteria di massa risvegliata da ancestrali tradizioni religiose, rappresentano senz'altro il valore aggiunto del racconto. 

Il linguaggio crudo, le paranoie di Geremia e i suoi incubi conditi di sesso, violenza e malattia possono disturbare il lettore non avvezzo a certe atmosfere, così come rischiano di turbare chi crede che l'orrore narrativo sia quello edulcorato dei romanzetti di vampiri, zombie e streghe innamorate. Ecco, con Offshore siamo molto, molto lontani da tutto ciò, e anche da buona parte dei cliché a cui ci hanno abituato i romanzi e i film catastrofici prodotti un tanto al chilo.
Ciò che sorprende in positivo è anche il taglio cinematografico del racconto, che ricorda per molti versi un cortometraggio di quelli fatti bene, con un finale quasi mockumentaristico che funziona alla perfezione.

giovedì 5 aprile 2012

Bugs - Gli insetti dentro di me (di A.Barone e F.Babich)



Bugs - Gli insetti dentro di me

di Adriano Barone e Fabio Babich

001 Edizioni

14.50 euro, 120 pagine b/n








Sinossi

Ulisse è un ragazzino con l’hobby dell’entomologia e vittima costante di bullismo da parte dei suoi coetanei. Ma un giorno, un 16 giugno, i suoi persecutori vengono messi in fuga da una strana bambina di nome Circe, che fa merenda con cavallette vive, e che bacia Ulisse decidendo che sarà l'uomo della sua vita. Ulisse va a fare conoscenza dei genitori della bambina, e quello che scopre sul loro conto è così sconvolgente da fargli ripudiare la sua passione per gli insetti. Passano gli anni, e Ulisse è entrato a far parte dei Disinfestatori, uomini che hanno fatto della lotta agli insetti la loro ragione di vita e che seguono regole ferree come quelle di un clan yakuza. Un giorno, ancora un 16 giugno, Ulisse viene chiamato a compiere un intervento...e quello che gli succede sconvolgerà la sua vita, stavolta definitivamente. Perché Ulisse ricorda ancora come è stato quel 16 giugno di tanti anni fa, quando si sentiva gli insetti nella pancia. "Quando ho sentito gli insetti dentro di me". (fonte: Valentino Sergi)

Commento 

Singolare esperimento fumettistico tutto italiano, incentrato sugli insetti come simbolo duale di minaccia/speranza del mondo, e sull'insolito rapporto che lega due ragazzi, Ulisse e Circe, i quali sono a loro modo destinati a diventare gli araldi del nuovo regno insettoide che salverà la Terra.
A fare d'antagonisti al cambiamento ci sono i Disinfestatori, capeggiati dal megalomane Burroghs e dal suo clan di tirapiedi in stile Yakuza, con alcuni ibridi uomo-animale a fare da capi cellula (camaleonte, pipistrello, rana, etc etc.)

Bugs è una storia d'amore, di speranza e di ribrezzo: il ribrezzo "naturale" che gli insetti suscitano all'uomo, ma che qui viene stravolto e trasformato in una grande metafora di cambiamento transumanista ed ecologista.
Per nostra fortuna però i due autori (Barone ai testi e Babich ai disegni) evitano di rifilarci pipponi moralisti e messaggi da sussidiario delle scuole medie. Se c'è qualcosa da comunicare - e a mio parere c'è - lo si coglie tra le righe, divertendosi al contempo nel leggere una storia a cavallo tra reale e surreale, sbilanciandosi più verso questo seconda caratterizzazione.

Bel tentativo di svecchiare l'ambiente trito e ritrito del fumetto italiano, puntando su sapori a metà tra l'introspezione, il manga e il supereroistico, senza essere nulla di tutto ciò.
Quattordici euro e cinquanta non sono pochi, ma forse vale la pena dare una chance a questi ragazzi, e alle sempre valide Edizioni 001.

mercoledì 14 marzo 2012

Ucciderò Mefisto (di Valter Binaghi)




Ucciderò Mefisto

di Valter Binaghi

Perdisa Editore

128 pagine, 9 euro









Sinossi


Un noto scrittore uccide il suo psicanalista e poi si lascia arrestare senza opporre resistenza. I motivi di tale gesto paiono imputabili al recente suicidio della moglie, che aveva da poco perso il bambino che aveva in grembo. Ma quali sono le cause reali che hanno causato questa spirale di morte? A un arcigno commissario spetta il compito di scavare in un caso che potrebbe non essere imputabile unicamente al solito raptus di follia.



Commento

Valter Binaghi è un signor scrittore. Uno dei migliori che abbiamo in Italia, anche se probabilmente non ne avrete sentito molto parlare. Questo perché non è – ne si atteggia – a personaggio. Eppure dalla sua penna è nato un capolavoro, I tre giorni all'Inferno di Ivano Bonetti, cronista padano, che io farei leggere di default a chiunque si voglia occupare di scrittura, di genere e non. Se dovessi paragonare Binaghi a un autore noto a tutti, sceglierei senz'ombra di dubbio Tullio Avoledo.
Questo Ucciderò Mefisto è un romanzo breve molto più lineare rispetto ad altri suoi lavori. Eppure rivela chiavi di lettura multiple che debordano dalla storia – una semplice trama investigativa – per prendere in esame la vita, il destino, la fama, l'editoria e altri aspetti ancora.
Se la storia, pur scritta bene, non rivela particolare originalità, è nelle sfumature che Binaghi dà il meglio di sé. Per gli addetti ai lavori (leggasi: scrittori) c'è una disamina impietosa e lucidissima dell'ambiente. Editori che mercificano all'eccesso, disinteressandosi di contenuti, idee e umanità, curatori d'immagine che trasformano gli autori in prodotti, e i loro libri in semplici corollari. Ma anche giovani aspiranti scrittori incarogniti, pronti a vendersi l'anima pur di pubblicare mille copie di un libro che magari non calcolerà nessuno. E via elencando. Un'esposizione chiara e semplice dei fatti, edulcorati (o quasi) dalle opinioni.
Per tutti gli altri lettori resta la storia, che sfiora appena il simbolismo esoterico, affonda nella psicologia e nel destino e nella predestinazione. E nell'amore, off course.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, commissario compreso. Quest'ultimo gioca volontariamente tra gli stereotipi, interrogandosi sul come agirebbero i suoi controaltari librari, da Montalbano a Poirot. Metanarrativa leggera e intelligente.
In sostanza Ucciderò Mefisto è un libricino che vale senz'altro i nove euro del prezzo di copertina. Aspettando che Binaghi torni a proporci un altro capolavoro più lungo, argomentato e geniale.

Una nota finale

Non so se dalla recensione si è capito, ma sono rimasto molto colpito dalle riflessioni inserite dall'autore nel bel mezzo di una semplice storia tinta di giallo. Non si tratta certo di un'epifania, perché in fondo sono cose che chi bazzica il mondo della scrittura sa o almeno percepisce da sempre. Però trovarle espresse con così solida chiarezza fa davvero riflettere.
I grandi editori non vendono più libri, ma personaggi (un tempo chiamati scrittori) che costruiscono un'immagine proponibile a livello mediatico. Le stesse idee propugnate dai libri sono spesso sagomate su specifici target di lettori, ma non in modo spontaneo (del tipo: gli autori di fantascienza si rivolgono naturalmente ai medesimi appassionati), bensì artefacendo la realtà e sfruttando i trend del momento, oppure calcando la mano sui fatti di cronaca (i famosi instant book).
Chiudo con una semi-citazione da Ucciderò Mefisto: a chi importa più investire sui libri, che possono condizionare il pensiero di diecimila persone (quando va bene), mentre la televisione ne condiziona milioni con un decimo dello sforzo intellettivo?


mercoledì 29 febbraio 2012

Il crocevia del mondo (di Davide Mana)



Il crocevia del mondo

di Davide Mana

ebook autoprodotto - collana "Lemuria social club"

Link per il download









Sinossi

Una raccolta di fatti e fattoidi storici relativi a quell’ampio settore di terre selvagge (e non così selvagge) fra Europa ed Asia, a cavallo fra 19° e 20° secolo.
Avventurieri, spie, baroni omicidi, mandarini pazzi, eserciti e bande di predoni, dame della buona società, falsi monaci, industriali avventurosi e giovani plutocrati di belle speranze, ninja, dinosauri, divinità asiatiche, dischi volanti e varie amenità.
Un totale di circa 20.000 parole, una settantina di pagine, tutte seriamente documentate.
Perché la storia è tutto fuorché noiosa.

Commento

La Storia è conosciuta sempre troppo a grandi linee, tralasciando quei dettagli e quegli scenari che potrebbero invece far innamorare di essa anche chi dichiara di odiarla.
Il crocevia del mondo si propone di raccontarci gli avvenimenti e i personaggi relativi a un angolo del nostro pianeta tanto affascinate (e citato a sproposito) quando sconosciuto.

Tra Tibet, Himalaya, Asia centrale esistono terre che ancora oggi risultano misteriose, ma che un tempo erano ammantata di un'aura mistica, quasi magica. Furono in molti a esserne affascinati: giornalisti, scienziati, alpinisti, militari, avventurieri, religiosi. Ma anche banditi, sbandati, mercenari. E i nazisti, sì, anche loro, che cercavano Agarthi e i suoi segreti e che ipotizzavano folli affinità tra gli ariani di Germania ed alcune popolazioni tibetane e turkmene.

Davide Mana ci presenta una serie di ritratti storici di questi personaggi ambigui, a volte intriganti, spesso inquietanti, ma sempre affascinanti. Avventurieri dimenticati da un mondo sempre più globale e senza segreti, dove gli occhi di un satellite possono tracciare le mappe delle più sperdute regioni del pianeta. Regioni che un tempo potevano essere raggiunte soltanto a dorso di mulo, con improbabili spedizioni che spesso sconfinavano nell'esoterico, tra yeti, monaci stregoni e improbabili ricerche psicogeografiche.

Un saggio scritto con piacevole ricerca del dettaglio, senza scadere nel didascalico. Il crocevia del mondo potrebbe facilmente diventare un solido sourcebook per qualche gioco di ruolo di atmosfera dieselpunk, ma nel mentre resta una guida affascinante e spicciola per una bella epoca che mai come ora ci ispira nostalgia e, perché no, un pizzico di malinconia.

venerdì 24 febbraio 2012

Dossier Ultimate Waffe - Capitolo 1: Eroi in patria (di Nicola Corticelli)



Dossier: Ultimate Waffe - Capitolo 1: Eroi in patria

di Nicola Corticelli

Autoproduzione

Ebook gratuito (link di presentazione e download)








Sinossi

1936, durante le Olimpiadi di Berlino, fa la sua comparsa il primo essere oltreumano dotato di capacità incredibili. Da allora il mondo non sarà più lo stesso.
Ma quali rischi e quali minacce si portano appresso questi esseri superiori? E per chi combatteranno le loro battaglie?

Commento

Capitolo uno di un'autoproduzione che promette di essere molto interessante, Ultimate Waffe - Eroi in patria è un riuscito esperimento di narrativa supereroistica legata a tematiche storiche, ucroniche e dieselpunk.
L'autore, Nicola Corticelli, ci regala la prima parte di una storia destinata a complicarsi e svilupparsi su diversi fronti.
L'apertura della saga è davvero riuscita, con Orson Welles che, al posto di simulare uno sbarco di invasori marziani, simula un attacco di oltreumani. Perché nel 1938 questi esseri potenziati, in alcuni casi semidivini, sono già realtà.
La seconda guerra mondiale è alle porte e noi seguiamo il palesarsi di tre oltreumani in particolare: il Vero Ariano, pretoriano invincibile delle SS hitleriane, il Dottor Meraviglia, vigilante mascherato americano, ma di probabili origini italiane, e il roccioso Golem, protettore della Polonia.

E' proprio in Polonia che ha luogo il primo scontro tra due superuomini. Corticelli ce lo racconta (anzi, ce lo mostra, così saran contenti i pignoli dei manuali) facendoci assaporare il potenziale di una saga del genere.
Potenziale che si esprime più che bene anche in termini meramente ucronici, visto che l'autore fa presagire alcuni scenari interessanti, tra servizi segreti, esperimenti scientifici nazisti e altre piacevolezze.

Conclude questo ebook (gratuito!) un'appendice degli oltreumani visti in azione, prezioso ed elegante per entrare nelle atmosfere del racconto. Racconto tra l'altro scritto bene, in modo limpido e pulito.

Aspettiamo il capitolo due.

lunedì 20 febbraio 2012

Malapunta (di Mordan Perdinka/Danilo Arona)



Malapunta

di Morgan Perdinka (Danilo Arona)

Edizioni XII

360 pagine, 17.50 euro









Sinossi

Malapunta è una piccola isola deserta tra l’arcipelago toscano e la Corsica. Qui sbarca Nico Marcalli, ricco quarantenne ossessionato dal rimorso per la morte della giovane moglie in un incidente d’auto, per farsi dimenticare e morire lentamente devastato dall’alcol e dai suoi fantasmi, nella villa a strapiombo sul mare costruita dall’enigmatico Lord Taylor nel XIX secolo.
Ma su Malapunta, Marcalli comincia a fare strani sogni. Sogni che non gli appartengono.

Il gruppo di survivalist dei redivivi sta mettendo a punto insieme al professor Carlos Aztarain un esperimento legato a Malapunta e alle tecnologie della mente, dai risvolti imprevedibili. Per lo scienziato, forse sarà il modo di comprendere perché la risonanza di Schumann – il “battito cardiaco” del pianeta – sta crescendo.

Cosa lega l’infelice Nico Marcalli alle sconvolgenti catastrofi naturali che stanno mietendo vittime in tutto il mondo? Chi altri vive, oltre a lui, sull’isola? Perché a Bucarest un giovane assassino chiamato l’orco delle fogne conosce alla perfezione l’isola e i suoi misteri?


Commento

Non ho mai nascosto la mia ammirazione per Danilo Arona, il più completo ed eclettico scrittore di genere (ma non solo) del panorama italiano. Tale ammirazione vale alla stesso modo anche per il suo alter-ego suicida, Morgan Perdinka, a cui viene attribuita la paternità di Malapunta.
Il romanzo in questione è un puzzle raffinato. Definirlo soltato un horror sarebbe limitativo e sbagliato. In realtà Malapunta è qualcosa che tange generi multipli: dalla fantascienza al thriller, dall'horror al mistery, con una decisa e bizzarra virata sul catastrofico nella sua parte finale.

Al solito Arona si dimostra un fine tessitore, incrociando situazioni e suggestioni differenti, creando una narrazione su più piani temporali, in cui è facile (e piacevole!) perdere la bussola e farsi prendere dal solito dubbio: ma è davvero soltato una storia inventata?
Questa volta l'autore utilizza meno, rispetto al passato, richiami e riferimenti alla cronaca nera reale. Il risultato è un libro un po' meno “aroniano” è un po' più “perdinkiano”. Il che è bizzarro, trattandosi della medesima persona. Ma la piccola innovazione stilistica funziona: Malapunta ha il sapore classico di Arona, ma al contempo offre delle varianti interessanti.

Parlando più nello specifico del romanzo, va da sé che tutto sembra ruotare sulla piccola, deserta isola che dà il nome al libro, Malapunta. Epicentro di energie ancestrali e incontrollabili, nodo focale in cui la realtà si confonde coi sogni, permettendo al mondo dell'impossibile di compenetrare quello materiale. Questo vuol dire, senza troppi giri di parole, che Malapunta è uno di quei luoghi, antichi come l'universo stesso, in cui gli incubi hanno il potere di manifestarsi e di far del male.

Il protagonista del libro, Nico Marcalli, non ha tratti distintivi che lo rendono particolarmente simpatico. Anzi, il suo carattere vizioso e immaturo ben si sposa con l'atmosfera malaticcia e ambigua che permea le pagine di Malapunta. Niente spunti di forzosa positività, nessuno spiraglio di luce, se non in rarissimi casi.

Interessante il modo in cui un certo punto il romanzo muta (come se fosse una cosa vivente) dall'atmosfere raccolte dell'isola a uno scenario mondiale, intrecciandosi con una “specie di fine del mondo” che, in puro stile aroniano, è piuttosto diversa da quella immaginati da molti suoi colleghi scrittori.
È un Apocalisse solo suggerita al lettore, per molti versi intimista, che si svela attraverso pochi scorci, sufficienti a far intuire una mutazione mondiale così aliena da risultare indescribile. Qualcosa che si avvicina ai concetti lovecraftiani senza però mai scimmiottarli. Se l'ombra di HPL aleggia su Malapunta lo fa da lontano, molto da lontano, senza dar fastidio.
Arona provvede di suo a perturbare il lettore.
Se è vero, come io credo, che è impossibile terrorizzare attraverso la parola scritta, è altrettanto vero che autori molto bravi sono in grado quantomeno di inquietare. Di insinuare tarli, dubbi sulla percezione della realtà che ci circoda.
Ecco, con Malapunta siamo da quelle parti.