lunedì 26 settembre 2011

Nemesis (di Mark Millar)



Nemesis

di Mark Millar

Panini Comics

104 pagine a colori, 12 euro

(Recensione inedita)



Sinossi


Il team creativo che ha realizzato il più grande evento Marvel dell’ultima decade, Mark Millar & Steve McNiven, si ricostituisce per uno degli eventi fumettistici dell’anno. Civil War? Nulla in confronto. Kick-Ass? Un semplice riscaldamento. Cosa succederebbe se il più intelligente e forte supereroe al mondo fosse malvagio? Ecco a voi Nemesis! Ha distrutto la vita di ogni ufficiale di polizia in Asia e adesso è pronto a scagliarsi contro Washington D.C. Già, la polizia non ha speranza! Violenza, terrore e geniali trovate grafiche per quello che è già un fumetto di culto. (Fonte: Panini Comics)


Commento


Da qualche tempo il mondo del fumetto supereroistico si balocca con l'idea di villains invincibili, di eroi che da buoni diventano cattivi (o psicopatici, come nel caso dell'ottimo Irredeemable, su cui torneremo).

Nemesis parte da un presupposto simile a quello dell'ottimo Wanted: nell'eterno scontro tra supereroi buoni e cattivi hanno trionfato quest'ultimi, che ora gestiscono segretamente il mondo della criminalità organizzata, senza più nessuno a contrastarli.

Nel nostro caso il villain conosciuto col nome di Nemesis è appena diventato noto come il killer più spietato e infallibile del pianeta. Si sa pochissimo di lui, si sa ancora meno delle sue eventuali affiliazioni con altri supercriminali. Ciò che invece si conosce è il suo obiettivo ultimo: portare caos e distruzione. Quale modo migliore per farlo se non uccidere i migliori commissari di Polizia di tutto il mondo?

Avendo risorse economiche, fisiche e mentali adeguate, Nemesis ha deciso di intraprendere questa crociata. Dopo aver sterminato poliziotti in Corea, Giappone, Hong Kong e altrove, il nostro “eroe” alza il tiro e punta al bersaglio grosso: Washington D.C.

Nemesis è un fumetto esagerato, a metà tra il pulp tarantiniano e gli eccessi di un film d'azione asiatico. Il sempre ottimo Mark Millar ci regala una storia iper-violenta, in cui il cattivo è più che cattivo. Ammazza spietatamente chi gli sbarra la strada, anzi fa di più: ammazza con piacere e con crudeltà tutti i suoi nemici.

Nemesis è un criminale geniale quanto il Joker (le somiglianze in effetti non sono poche), ma ancora più ripugnante nell'escogitare piani per umiliare i suoi bersagli.

Il suo alter-ego – nonché ultimo nome della sua lista nera – è il capitano Blake Morrow della Polizia di Washington D.C. Un uomo integerrimo, un poliziotto d'azione, ma anche fervente cristiano, antiabortista, che non beve, non fuma non dice parolacce e che ama la patria e la famiglia. Come potete ben immaginare ci sono mille modi in cui si può distruggere la psiche di un personaggio del genere. Ma la lotta non sarà così scontata, visto che Morrow è una sorta di ispettore Callaghan con tanto di licenza di sparare alla feccia criminale.

Colpi di scena, doppio gioco, un cattivo che è davvero cattivo... Questo è Nemesis. Immancabile se cercate qualcosa di originale, senza troppi messaggi cervellotici da regalare ai lettori, bensì solo sano divertimento.


lunedì 19 settembre 2011

Il colosso addormentato (di Samuel Marolla)



Il colosso addormentato

di Samuel Marolla

Autoproduzione

160 pagine, 0.99 euro Formato: ePub, PDF, Mobi

Link per acquistarlo

(Recensione del: 10/05/2011)


Sinossi


Fabio Angotti, archeologo e ufficiale riservista dell'esercito, viene ingaggiato dai servizi segreti militari per una missione speciale nel nord dell'Afghanistan, in una base militare italiana denominata "Campo Polifemo". In un sistema sotterraneo di grotte venuto alla luce a nord di Herat, dopo un bombardamento di "bunker buster bomb" americane, gli italiani scoprono un reperto archeologico che potrebbe cambiare la storia: un gigante di pietra alto trecento metri, e dotato di un inquietante magnetismo. Fabio Angotti si ritroverà abbandonato a sé stesso in una base sperduta fra le montagne nel nord dell'Afghanistan, perennemente sotto attacco dei Talebani, e al comando del colonnello Tam, un uomo che sembra aver perso totalmente il controllo di sé e dei propri uomini. Nemici veri e immaginari iniziano a confondersi e a rendere labile il confine fra la realtà e l'incubo. Le ombre e i sussurri nella notte si trasformano in pericoli concreti, gli Alpini divengono vittime di allucinanti mutazioni, e, infine, una bufera di neve si abbatte su Campo Polifemo, intrappolando i soldati italiani in balia di forze oscure e violentissime. E su tutto l'orrore che si scatenerà regna imperscrutabile, eterna, aliena, la mastodontica sagoma del Colosso Addormentato…


Commento


Come dite? Se parlo bene di questo romanzo è perché Samuel è un amico e un compagno di avventura nel favoloso mondo delle autoproduzioni?

Liberi di crederlo, ovviamente.

In realtà parlo bene di Samuel Marolla perché nella sua scrittura ritrovo tutti quegli elementi che appassionano la mia mente da horror-sognatore. Fantasia. Creatività. Stile chiaro, lucido e al contempo evocativo (lo paragono a quello di Keene). Richiami ai migliori film e romanzi degli anni '80/'90. Badate bene: ho detto richiami, non certo scopiazzature o sterili omaggi.

Se mi leggete da un po', sapete che prediligo sempre le buone storie rispetto alla ricerca forzosa dell'originalità. Sono un blogger pane e salame: datemi qualcosa che solletichi la mia fame da buzzurro e io vi sarò grato. Presentatevi con qualche stronzata da nouvelle cousine e vi chiuderò la porta in faccia. Semplice no?

Beh, Samuel si è sempre presentato a casa mia con dei gustosi hot-dog e con delle birre gelate. Quindi non posso che parlare bene di lui.

Il colosso addormentato fa parte di questo menù. Non starò a parlarvene nei termini consueti, vuoi perché la sinossi dice quel tanto che basta senza rovinare l'effetto sorpresa, vuoi perché non è mio intento scrivere una marchetta accompagnata dal suono di trombe.

Cosa dire allora di questa novel? Innanzitutto che diverte. Diverte e intrattiene. Poi che è ricca di richiami a storie che amo fin da quando ero un ragazzino. Leggendo Il colosso addormentato mi sono venuti in mente, tra gli altri, i seguenti titoli: La fortezza (film e libro), La cosa, Predator, Alle montagne della follia. A volte si tratta di assonanze che sfiorano appena il subcosciente, altre volte di echi voluti e ben gestiti, ossia senza pervasività eccessiva.

Il romanzo è godibilissimo, si legge tutto d'un fiato. Lo stile è cinematografico, ma non manca un certo approfondimento psicologico del protagonista principale, l'archeologo Fabio Angotti. L'horror si miscela al punto giusto con alcune strizzate d'occhio alla fantascienza, con l'effetto di ottenere un mix credibile e gustoso.

Forse Marolla avrebbe potuto concedere un maggior respiro alla seconda parte della storia, quella più action, in cui a volte dà l'impressione di correre un po' troppo. Forse si tratta di un effetto collaterale della scelta di realizzare una novel, formato a mio parere ideale per essere proposto in forma di ebook. Alcuni comprimari si fanno quindi appiattire dal succedersi dagli eventi, ma è un sacrificio che ci può stare se l'obiettivo è quello – riuscito – di mantenere alto il ritmo.

In sostanza Il colosso addormentato è un ottimo lavoro, impaginato come Dio comanda dal solito Sciamano di fiducia, e disponibile nei tre principali formati ebook, al prezzo irrisorio di 0.99 euro.

domenica 11 settembre 2011

I giganti del mare (di Yukinobu Hoshino)




I giganti del mare

di Hoshino Yukinobu

Collana J-Pop, BD edizioni

204 pagine (b/n), 9.90 euro

(Recensione del 1 ottobre 2010)






Sinossi



Yukinobu Hoshino, uno dei massimi esponenti della graphic novel giapponese, mescola fantascienza e romanzo storico in un volume che rivisita il mito di Moby Dick e degli altri leviatani, da sempre protagonisti di leggende e racconti di mare. Un'avventura ricca di pathos che è metafora senza tempo della vita dell'uomo nel suo rapporto con l’immensità della natura. I sentimenti ancestrali evocati da Hoshino si agitano sotto un disegno adulto e raffinato, che gli è valso numerosi riconoscimenti in carriera e un posto di primo piano nel panorama internazionale dei narratori per immagini. (Fonte: Feltrinelli)


Commento



Non sono un grande esperto di manga, ma da quel che ho capito Yukinobu Hoshino è un vero mito in questo campo, anche se pare sia specializzato nella fantascienza pura (se sbaglio correggetemi: ammetto la mia ignoranza in materia). Questa raccolta di cinque racconti a opera della BD edizioni si concentra però su tematiche diverse, che tangono solo in parte il genere science-fiction. Si va dal fumetto di guerra a quello d'avventura, con un paio di inframezzi orientati più sul genere horror, che non stonano nell'insieme. Il minimo comun denominatore è proprio il mare citato nel titolo.


Si parte da una sfida tra sottomarino nel bel mezzo della guerra fredda, con gli americani che mettono alla prova il loro primo u-boat a propulsione atomica, il Nautilus, cercando di attraversare i ghiacci del Polo Nord in immersione totale. A bordo del sottomarino c'è anche un ex comandante della Kriegsmarine tedesca, un uomo provato dalla guerra, e che farà di tutto per evitarne un'altra contro la pericolosa Unione Sovietica.


Il secondo racconto è anche il più breve e ambizioso del volume. Hoshino s'inventa un sequel non ufficiale di Moby Dick, con il capitano Achab naufrago sulle coste giapponesi, ancora ossessionato dalla sua nemesi personale.


Si passa poi a un'avventura horror-archeologica in Amazzonia, tra le rovine di un'antica città, forse Eldorado, che fa gola a molti ma che è difesa da un'incredibile pianta in grado di uccidere chiunque tenti di arraffare l'oro degli olmechi. Come? Non ve lo anticipo...


La quarta storia racconta di un naufragio su una sperduta isola dalle parte del Mar della Siberia, dove i superstiti delle onde scoprono una serie di laboratori sovietici abbandonati, che paiono essere stati assaltati da aggressori feroci e non umani. Dietro il tutto pare esserci un ambizioso quanto folle progetto di manipolazione genetica dell'ex URSS.


Conclude il volume un racconto che narra le gesta del V80, un sottomarino sperimentale costruito dalla Germania nazista, il più veloce e ambizioso di quegli anni. Il V80, dotato dei prodigiosi motori Walter, era in grado di toccare la velocità record di 23 nodi, ossia quasi il doppio di buona parte dei sottomarini di quel periodo. Nel racconto si ipotizza che uno dei sei V80 costruiti nel 1940 venne spedito direttamente nelle acque inglesi per colpire la flotta britannica al cuore. Questo piano coinvolge un luogo molto noto agli amanti del mistero: il lago di Loch Ness che, come vuole la leggenda, sarebbe collegato al mare aperto attraverso un enorme canale sotterraneo.


I giganti del mare soddisfa dunque gli appetiti più diversi, presentando storie ben scritte e disegnate, che difettano forse nella caratterizzazione dei personaggi, per dare la precedenza a una certa puntigliosa ricostruzione storica, tecnica e ambientale. Il volume è molto buono, prezzo compreso. Consigliatissimo a tutti gli amanti delle avventure in mare (e affini).

lunedì 5 settembre 2011

Flood - Diluvio (di Stephen Baxter)



Flood – Diluvio

Di Stephen Baxter

Aliberti Editore

489 pagine, 16 euro





Sinossi


Inverno 2016: un'altra stagione piovosa a Londra, seguita da un'umida estate. Ma questa volta succede qualcosa di molto diverso. La diga che regge le acque del Tamigi crolla, trasformando tutta la città in un immenso acquitrino. Quando l'acqua si ritira, sembra riprendere il normale corso degli eventi. Ma il livello del mare comincia ad alzarsi a una velocità spaventosa, minacciando di sommergere completamente le città costiere in meno di due anni. L'intera umanità è nel panico, i punti di riferimento svaniscono, le cose materiali perdono valore. Attraverso Lily, Helen, Gary e Piers viviamo l'esperienza di una vera alluvione e il tentativo di sopravviverle.


Commento


Ho letto Flood un paio di anni fa, in lingua originale. Finalmente qualcuno ha avuto il buon fiuto di tradurre per il mercato italiano questa piccola perla della fantascienza catastrofica.

Stephen Baxter, autore inglese piuttosto noto in patria, ripesca le nobili tradizioni della fantascienza britannica che, a cavallo tra gli anni '60 e '70, furoreggiava nell'immaginarsi mille e più modi per mettere la parola “fine” sulle sorti dell'umanità. Baxter sta però al passo coi tempi e tratta un pericolo tutt'altro che inventato o immaginario: il riscaldamento globale e il conseguente aumento del livello dei mari. Aumento che, alla lunga, potrebbe arrivare a sommerge tutto: città, alture, montagne.


Prendendosi un tempo narrativo molto ampio, Baxter parte dal 2016, anno in cui le piogge infinite e l'innalzamento dei fiumi iniziano a minacciare diverse città in tutto il mondo. Attraverso gli occhi di quattro personaggi principali, e di una dozzina di altri secondari ma ugualmente importanti, l'autore ci descrivere il lento e inesorabile inabissamento della specie umana, in un cataclisma inarrestabile e inesorabile.

Le diverse parti in cui il romanzo è diviso vengono scandite dal livello di innalzamento delle acque marine:


2016: 1-5 metri sopra il livello del mare.

2017-2024: 5-80 metri sopra il livello del mare.

2025-2035: 200-800 metri sopra il livello del mare.

2035-2041: 800-1800 metri sopra il livello del mare.

2041-2052: 1800-8800 metri sopra il livello del mare.


Nota di demerito per Aliberti Editore, che non ha riportato le utilissime carte geografiche inserite nell'edizione originale. Domanda stupida: perché risparmiare su cinque disegni in bianco e nero?


I protagonisti, in fuga per anni da un evento che non dà scampo a niente e nessuno, fanno da testimoni di questo cataclisma epocale. Dapprima scappando da una Londra destinata all'oblio, passando poi per una New York trasformata in una sorta di Venezia moderna, quindi, sempre con meno opzioni di fuga, in Perù, dove un ricco miliardario ha costruito un'utopistica città sulle Ande. Ma nulla può fermare l'innalzamento delle acque, così non resta loro che imbarcarsi su Arca 3, una transatlantico progettato per restare autonomamente in mare per anni.

Baxter non si limita a descrivere l'esodo dei suoi disperati personaggi. Grazie al ruolo importante di alcuni di essi, riesce a descrivere ciò che accade un po' ovunque, tratteggiando brevi ma precisi dipinti del mondo che scompare: dagli Stati Uniti ridotti ai soli stati delle Montagne Rocciose, all'Australia completamente sommersa, passando per il Tibet, preda ambita da cinesi, russi e indiani, pronti a scatenare una guerra nucleare per impossessarsi delle preziose alture.


Mentre nella prima metà del romanzo è tutto sommato possibile immaginarsi l'inizio di tale cataclisma (a cui inizialmente i Governi sembrano poter porre qualche riparo), dal 2035 in poi tutto cambia in modo talmente radicale da permettere a Baxter di tratteggiare un nuovo, spaventoso mondo. Nuovo e di breve durata, si capisce.

Assistiamo dunque alla nascita e alla distruzione di un stato tibetano-maoista che pratica il cannibalismo sistematico. Possiamo visitare l'isola di Nuova Ginevra, ultimo brandello di Europa emersa. Vedremo anche le bidonville e le colonie-zattere che nascono e muoiono sulle spiagge delle città andine, sorvegliate dalle milizie armate dei miliardari che hanno comprato e fortificato i loro “ultimi rifugi”. Viaggeremo su Arca 3, la nave che trasporta i nostri eroi in cerca di una terraferma che, anno dopo anno, non esiste più.

Il senso di inesorabilità, di mancanza di speranza, è talmente ben reso dalla scrittura che pare di sentire le acque del mare lambire i nostri piedi, pagina dopo pagina.


Dentro le vicende macroscopiche Baxter riesce comunque a tratteggiare caratteri, storie e personalità di almeno una decina di personaggi memorabili. Ciascuno ha il suo modo di affrontare quella parola che solo alla fine del romanzo lo scrittore ha l'ardire di palesare: estinzione. C'è chi, come l'ex colonnello Piers, cercherà una parvenza di ordine anche nel caos dilagante. Oppure Gary, il meteorologo che sogna la rinascita dell'intero pianeta, in una sorta di nuovo Cretaceo in cui nessun essere umano potrà più sopravvivere. O, ancora, Nathan, il magnate delle tecnologia che non risparierà alcuno sforzo pur di difendere quella che considera “la sua gente”. Un po' salvatore e un po' dittatore.

Un libro memorabile, triste e al contempo poetico.

Poetico come l'ultima pietra dell'Everest che emerge dalle acque dell'unico oceano globale, alla fine del romanzo.