martedì 12 febbraio 2013

Musi Gialli - Cinesi, giapponesi, coreani, vietnamiti e cambogiani: i nuovi mostri del nostro immaginario (di Fabio Giovannini)



Musi Gialli - Cinesi, giapponesi, coreani, vietnamiti e cambogiani: i nuovi mostri del nostro immaginario.

di Fabio Giovannini

Edizioni Stampa Alternativa

320 pagine, 14 euro







Sinossi

Il testo analizza il pregiudizio che tuttora permane verso i “musi gialli” (come venivano chiamati gli orientali in tante pellicole hollywoodiane di guerra, dove John Wayne faceva strage di “formiche” giapponesi o coreane), e lo sviluppo di questo specifico razzismo nel nostro immaginario. In particolare nei romanzi, nel cinema e nel fumetto, da Turandot al Grand Guignol, dove i cinesi sono associati a torture ed efferatezze, da Ming, il nemico giurato di Flash Gordon dalla pelle gialla, ai romanzi su Fu Manchu, “il diabolico cinese” che anticipa il ritratto del cattivo per eccellenza dei nostri anni, Bin Laden. Un pregiudizio che si è alimentato con Pearl Harbor e la Seconda guerra mondiale e poi con i conflitti in Corea,Vietnam e Cambogia, passando attraverso il terrore occidentale per le orde rosse del presidente Mao. Tutta la cultura orientale è stata considerata una minaccia,come dimostrano le polemiche sull’iperviolenza dei film cinesi di kung fu o sui cartoni animati,i fumetti e i giochi elettronici giapponesi che insidierebbero l’infanzia occidentale. Il libro è accompagnato da numerose illustrazioni (foto di film, immagini di fumetti,cartoline razziste del passato).
L’esplosione di interesse per il “fenomeno Cina” non ha ancora suscitato una riflessione sui nostri pregiudizi verso gli orientali. Questo libro offre per la prima volta una panoramica sui razzismi e i luoghi comuni dell’immaginario occidentale e si rivolge a un vasto pubblico di lettori attenti alle dinamiche sociali del nostro tempo o interessati alle moderne forme di comunicazione (narrativa popolare, cinema, fumetto, ecc.).

Commento

Musi Gialli è un ottimo e scorrevole saggio che si occupa senza giri di parole dell'atavica paura degli occidentali nei confronti degli orientali. È dunque un libro che parla di pregiudizi, senza però porsi sulla solita, insopportabile posizione di superiorità morale adottata da molti sociologi.
Dopo un logico e preciso excursus storico-geografico, Fabio Giovannini affronta lo spinoso argomento pescando abbondantemente nel campo letterario-cinematografico che, come il lettore avrà modo di verificare, abbonda di cliché sugli orientali “cattivi e astuti”. Uno su tutti il diabolico dottor Fu-Manchu, personaggio nato dalla penna di Sax Rohmer e poi diventato una nota maschera del grande schermo.
Già da come Fu Manchu viene descritto, Giovannini ravvisa alcuni stereotipi sui cinesi che ancora oggi persistono nell'immaginario collettivo:
“Immaginate una persona, alta, magra e felina, ben messa, con una fronte come quella di Shakespeare e un viso come quello di Satana, un cranio ben rasato e lunghi, magnetici occhi, verdi come quelli di un gatto. Investitelo di tutta l'astuzia crudele dell'intera razza orientale, accumulata in un intelletto gigantesco, con tutte le risorse della scienza passata e presente... Immaginate quest'essere terribile e voi avrete un'immagine mentale del Dott. Fu-Manchu, il pericolo giallo incarnato in un uomo.”

Nei capitolo successivi l'autore esamina altri casi di stereotipi sull'orientale malvagio, sempre pescando dalla cultura popolare. Vengono così elencati alcuni noti asiatici diventati i cattivi per antonomasia di molti film e romanzi, ma si punta l'attenzione anche sull'eterno odio di certi occidentali per i cartoni animati (manga e anime) giapponesi, da sempre ritenuti violenti e depravanti.
Ovviamente non mancano riferimenti ad altri campi culturali, dalla cucina cinese alle campagne propagandistiche americane durante la Seconda Guerra Mondiale, dove il nemico giapponese veniva descritto come un mostro, un animale a malapena umano (a differenza dei tedeschi, tra cui si faceva ben attenzione a sottolineare che i cattivi erano solo i nazisti).

Musi gialli è un saggio molto interessante e di piacevole approccio, ricco di riferimenti al mondo del cinema e della narrativa, nel caso non siate in cerca di una disamina troppo verbosa o tecnica. Indubbiamente consigliato.

venerdì 1 febbraio 2013

The Invasion (di William Meikle)



The Invasion

di William Meikle

Dark Regions Press editore

2.68 euro (versione ebook), 12 euro (brossura)

Lingua: Inglese




Sinossi

Tutto ha inizio con una strana pioggia verde che, ora dopo ora, colpisce buona parte del pianeta. La pioggia sembra avere una forte componente corrosiva, tanto che consuma la carne nel giro di pochi minuti. Eppure non si tratta di acido, bensì di una forma di vita vegetale che germoglia direttamente laddove riesce a bucare l'epidermide umana. Chiunque rimane esposto alla pioggia muore e si trasforma in una sorta di melma brulicante di vita primordiale.
Ma questo è solo l'inizio. Nuovi esseri prendono vita dai depositi di acqua melmosa che per ore si sono formati un po' ovunque. All'inizio si tratta di forme di vita semplici, ma di giorno in giorno assumono una complessità maggiore, finché i superstiti del genere umano si accorgeranno di avere a che fare con una vera e propria invasione su vasta scala...

Commento

Sono incappato in William Meikle, prolifico autore scozzese di fantascienza e horror, nella mia quotidiana ricerca di storie nuove che, a quanto pare, l'editoria italiana sa offrire oramai solo su pochissimi lidi, vere e proprie isole nel mare magnum di omologazione che dilaga.

A vedere la sua foto, Meikle dà l'idea di un simpatico scozzese di mezza età con tanta voglia di raccontare storie divertenti. Nel senso che divertono chi ama i suoi stessi generi, senza doversene vergognare.
The Invasion è una novel a metà tra catastrofismo survivalista e fantascienza pura. Sono chiari gli omaggi a tutto quel filone cinematografico/narrativo che da un paio di secoli ipotizza un'invasione aliena della terra. Da La guerra dei mondi a Il giorno dei Trifidi, passando per ID4 e, soprattutto, attraverso moltissimi B-movie in puro stile anni '50 e '60.
Attenzione però: parlo di suggestioni, non di scopiazzamenti. In realtà l'invasione pianificata da Meikle è originale quel tanto che basta per incuriosire anche il lettore più esperto. Dalla pioggia vegetale agli insetti scavatori nati da essa, man mano viene la voglia di sapere cosa si sarà inventato l'autore per distruggere ancora un po' di quel che rimane della povera razza umana.

Il punto di vista narrativo scelto da Meikle è piuttosto classico: presi un gruppo di sopravvissuti dislocati in una regione abbastanza isolata del Canada, li utilizza per descrivere ciò che sta succedendo su scala mondiale. Le vicissitudini dei protagonisti si alternano infatti ad excursus più ad ampio spettro, grazie ai collegamenti via Internet e ai notiziari in TV, finché essi continuano a esistere. Alle atmosfere catastrofiste si somma la lecita curiosità – che caratterizza gli appassionati di fantascienza old style – di sapere con chi abbiamo a che fare e perché questi alieni, apparentementi privi di emozioni e dalla mentalità da sciame, vogliono distruggerci.

Diciamo subito una cosa: Meikle non è Brian Keene (tanto per fare un nome noto ai lettori dei miei blog). Il suo stile è un po' meno horror e un po' più fantascientifico, forse anche un po' meno d'impatto. Detto ciò, Meikle è molto bravo nella sostanza e discreto nello stile. Non è un autore cerebrale, bensì pratico, concreto. I suoi personaggi si muovono, compiono azioni, sopravvivono, riservando a qualche trafiletto soltanto le riflessioni profonde e le introspezioni. È un male? È un bene? Dipende tutto da che tipo di lettori siete. The Invasion mi ha divertito facendomi pagare un prezzo onesto per farlo. Questo, a volte, basta più di mille giri di parole.

Il blog di William Meikle: http://williammeikle.blogspot.com/