La mezzanotte del secolo
di Samuel Marolla
Edizioni XII
320 pagine, 16.50 euro
Sinossi
Milano è una città
antica, più dell'impero romano e dei celti che l'hanno
fondata, ma è anche moderna, multietnica.
Possono giungervi da
lontano storie calde come un pugno di sabbia, possono farvi ritorno
individui costretti a guantarsi le mani - con il cuoio, in punta di
dita, spinto da unghie nere e affilate.
Uomini armati di oscuri
desideri, e di pistole.
Nella Milano odierna,
metallica e luminosa, possono risvegliarsi creature sopite da secoli
nei loro nidi di tenebra al neon.
Riapriranno gli occhi e
si solleveranno, su piedi, su zampe o su ali, allo scoccare della
Mezzanotte del Secolo.
Commento
Spero che Samuel non ne
avrà se affermo che, dalla prima volta che ho letto qualcosa
di suo, ho pensato di aver ritrovato una sorta di gemello sconosciuto
perso per una Milano paradimensionale e invisibile.
Le tematiche, lo stile e
le storie di Samuel Marolla sono quelle che vorrei scrivere io, se
fossi bravo come lui a sintetizzare la paura e l'inquietudine
utilizzando l'elemento fantastico in un contesto quanto mai urbano e
quotidiano.
Ma io non sono Marolla,
però sono un suo fan, tanto che potrei farmi tatuare sul
petto, come fanno certi criminali russi, “IO LEGGO SAMUEL MAROLLA”.
La vita degli esordienti
di talento è sempre difficile, in qualsiasi campo.
Succede che nessuno li
conosce, poi saltano fuori, sfoderano una prestazione da urlo (che
sia un libro, un disco, un film, una partita di calcio: non importa)
e subito la gente si innamora di loro.
Confermarsi è un
altro paio di maniche. Confermarsi è difficile, così
come risulta complicato soddisfare le esigenze di questo particolare
tipo di pubblico, che di solito riunisce individui particolarmente
esigenti, stanchi della mediocrità assoluta e imperante.
Prendiamo uno scrittore
come Samuel: talento sopraffino, ma allo stesso tempo penna empatica,
che parla al lettore senza quella spocchia insopportabile e odiosa
tipica di una certa generazione di scribacchini italiani. Mi
riferisco a quelli che scrivono con la puzza sotto il naso, che
sventolano la loro cultura facendo intendere “io so cose che voi,
pezzenti, nemmeno v'immaginate”.
Mi riferisco ai wu-minghi
e a quella generazione lì. Ah, sono cose che non si dicono?
Vabbé, ma qui è zona franca, qui c'è libertà
di parola.
Dicevamo, dunque: Samuel
era fin dall'inizio un predestinato, con tutti i rischi descritti
poco sopra. Dopo l'esordio – alla grandissima – con Malarazza,
erano in tanti ad attenderlo al varco.
Bene, La Mezzanotte
del Secolo non tradisce le attese. Anzi: conferma tutto il bene
che si è detto e scritto sull'ottimo autore milanese.
Marolla stringe un patto
(diabolico?) che lo lega a Edizioni XII e insieme ci regalano una
nuova antologia di racconti del fantastico e dell'orrore. Pare che
proprio questo formato medio-breve sia il più congeniale allo
scrittore, che evidentemente ha voglia e mezzi per spaziare in vari
sottogeneri, senza sfiancarsi su uno soltanto.
Ne La Mezzanotte del
Secolo di storie ce ne sono ben nove, alcune abbastanza lunghe da
poter essere definite vere e proprie novel. Chi mi segue sa quanto
adoro questo formato.
Si parte con “Tenebre
al neon”, storia di demoni in forma umana, creature viscide e
amorali che abitano una Milano tanto familiare quanto occulta,
nutrendosi del dolore e della paura.
Marolla passa poi a
“Nuove vite”, racconto ispirato a e da Dino Buzzati. Storia di
nostalgia che racconta il trauma del passaggio al mondo degli adulti,
in quei trent'anni che per ciascuno di noi rappresentano una sorta di
linea di confine tra la vita fatta di amici e compagnie e quella
caratterizzata da mogli, mariti e figli. Ma “Nuove Vite” parla di
tutto ciò in chiave horror e lo fa davvero bene.
“Il tatuaggio di
ghiaccio” parla invece di una creatura antica, forse una ninfa
delle acque, forse un fantasma, forse un demone dimensionale, e del
suo interagine nel nostro mondo apparentemente razionale e
immutabile.
“Una notte al Ghibli”
è un racconto che prende spunto dai tanti, veri X-files che
ogni comando di Polizia conosce, ma di cui nessuno parla perché,
si sa, certe cose non sono vere...
“Il ninja bianco” è
una storia breve e struggente di amore, morte e solitudine.
“Insonnia” fa il
verso al celebre romanzo di King, Insomnia, solo che lo supera
di qualche spanna. Un vecchio pensionato milanese si trova ad
affrontare delle creature secolari che abitano il corpo di alcuni
giovani teppistelli. Non vi dirò di più...
“Assenza” mi ha
invece ricordato alcuni dei migliori episodi de Ai confini della
realtà, e mi ha procurato ben più di un brivido
(complice il fatto di averlo letto in un treno semivuoto e fermo nel
bel mezzo del nulla, tra Milano e il mio paesello).
“Luoghi oscuri” parla
di vendetta, di magia del Piccolo Popolo ma anche di stregonerie
tzigane.
Infine “Ultima sambuca
al Bar dell'Ortica” è una storia che rievoca i tempi a loro
modo leggendari della mala milanese, ma lo fa, al solito, in
termini... sovrannaturali.
Nove racconti senza
cadute e senza delusioni.
I miei preferiti sono
senz'altro “Insonnia” e “Tenebre al neon”, ma anche il breve
e malinconico ninja bianco ti lascia qualcosa dentro, qualcosa di
forte, intendo.
La mezzanotte del
secolo è un signor libro, horror/fantastico all'italiana
senza prese in giro al lettore e con chiaro amore per il genere e
ampia conoscenza del medesimo.
Senza stancarvi con altre
inutili parole vi dico soltanto: compratelo.