di Simone Corà
eBook autroprodotto
72 pagine circa, gratuito
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Sinossi
Oltre un sentiero malmesso, dopo una lunga salita e un sacco di fatica, si può raggiungere una grotta. Un tempo era la casa di un eremita, Giorgio Cavali detto il Giorgino, adesso è un’attrazione turistica. O almeno così fa piacere pensare a Matteo Brighi, assessore al territorio e, a suo dire, esperto di folklore locale. Porta i curiosi lassù, raccontando di come vivesse un uomo in mezzo a un bosco, di cosa mangiasse e di come passasse il tempo. A volte esagera un po’, gli capita di raccontare delle storie. Di inventarsele, per giunta. Perché nessuno sa cosa sia successo al Giorgino.
Ma quando incontra Ivan, che del turista non ha di certo l’aspetto, si ritrova alle prese con leggende che non conosceva. Sembra che dimorino delle creature striscianti, nei cunicoli al di sotto della grotta. E sembra che Ivan voglia cacciarli dal primo all’ultimo. Tutto per colpa di un gioco di carte, dove più grosso è il mostro, più alto è il punteggio. Ovvio.
Ma quando incontra Ivan, che del turista non ha di certo l’aspetto, si ritrova alle prese con leggende che non conosceva. Sembra che dimorino delle creature striscianti, nei cunicoli al di sotto della grotta. E sembra che Ivan voglia cacciarli dal primo all’ultimo. Tutto per colpa di un gioco di carte, dove più grosso è il mostro, più alto è il punteggio. Ovvio.
Commento
Novel bizzarra, poco definibile in un genere specifico (anche se potremmo banalmente classificarla come horror), Lo Schiacciaporci di Simone Corà è una storia insolita per la narrativa italiana.
L'autore punta su tre aspetti principali per trasformare il racconto in un voltapagine: l'umorismo nero, il nonsense e fantasia sfrenata.
L'autore punta su tre aspetti principali per trasformare il racconto in un voltapagine: l'umorismo nero, il nonsense e fantasia sfrenata.
L'umorismo fa parte del DNA di Corà e si nota fin dalle prime battute che oramai riesce a integrarlo in uno stile personale molto azzeccato e brioso. Un aspetto caratteristico che lo distingue nettamente come autore, e scusate se è poco (no, non non è, la domanda è retorica).
Il nonsense è il lato che più spiazza de Lo Schiacciaporci. Devo ammettere che da un punto di vista soggettivo non amo particolarmente le storie che non si capisce bene dove vanno a parare (ammesso e non concesso che vadano poi da qualche parte). Ecco, se c'è una cosa di questa novel che mi ha lasciato un po' perplesso è proprio questo aspetto: la mancanza di un intreccio vero e proprio. Tuttavia la cosa è voluta, tanto che a tratti sembra di avere a che fare con un (bizzarro) canovaccio teatrale più che con una vera e propria storia.
E a molti tutto ciò piacerà. Eccome.
E a molti tutto ciò piacerà. Eccome.
Il terzo aspetto, la fantasia. Dicesi anche sense of wonder. Ok, qui direi che ci siamo proprio. Corà si è impegnato - cosa non da poco - a creare un microcosmo fatto di mostri e creaturine bizzarre e originali. Niente zombie, vampiri o licantropi, tanto per capirci. Un bel lavoro di costruzione che lascia senz'altro il segno.
Il punto di forza del racconto è senz'altro il mitico Ivan, personaggio che strappa più di una risata e che sorprende grazie a una caratterizzazione particolarissima. Ottima anche l'ambientazione, che rieccheggia di quell'Italia rurale già in passato sfruttata dall'autore. In questo caso risulta geograficamente meno definita, proprio per non intaccare il senso vagamente bizzarro che avvolge l'intera novel.
In sostanza un buon lavoro, che diverte e si fa leggere senza mai annoiare.
Possiamo considerarlo anche un esperimento narrativo? Direi proprio di sì.
Possiamo considerarlo anche un esperimento narrativo? Direi proprio di sì.