giovedì 12 gennaio 2012

Il viaggiatore di Agartha (di Abel Posse)



Il viaggiatore di Agartha

di Abel Posse

Tre Editori

220 pagine, 16 euro

(recensione originale del 29/04/2010)






Sinossi


Il Terzo Reich sta crollando e Hitler ordina ad un ufficiale delle SS di raggiungere Agartha, il mitico Regno Sotterraneo, fonte dei Poteri occulti di cui il Nazismo si sente investito.
Un viaggio attraverso Asia Centrale e Tibet, al cuore delle mitologie pagane, in cerca del segreto magico cui il Führer affida la sua ultima disperata scommessa.
Un cammino insondabile verso il mistero, durante il quale le certezze dell’ufficiale tedesco si sciolgono poco a poco all’ombra dei fantasmi del passato e della condizione umana.


Commento


Compimento perfetto del processo di ricerca storica che sto affrontando in queste settimane, Il viaggiatore di Agartha è un romanzo che forse da noi passerà quasi inosservato, ma che senz'altro merita un'attenzione particolare e un plauso all'autore, il noto scrittore e diplomatico argentino Abel Posse.

Il romanzo si basa su due solide basi: la ricerca, seria e non banale, delle radici filosofico-esoteriche che mossero gli alti vertici del Partito Nazista e un'ottima atmosfera da vecchio romanzo d'avventura, nel senso più nobile del termine. Nel mezzo ci stanno molte altre suggestioni, che è davvero complicato riassumere in una singola recensione.

Il protagonista de Il viaggiatore di Agartha è un tenente-colonnello delle SS Ahnenerbe ("Società di ricerca dell'eredità ancestrale". Fu originariamente votata alle ricerche riguardanti la storia antropologica e culturale della razza germanica). Indossando le vesti dell'antropologo (ed agente segreto) inglese Wood, il tenente-colonnello Werner accetta una missione tanto misteriosa quanto disperata: trovare i “Superiori Sconosciuti”, ovvero i superuomini che fin dalla notte dei tempi custodirebbero conoscenze e poteri straordinari, in grado di influenzare la storia e l'evoluzione umana.

Incaricato di questa ricerca direttamente da Hitler, Werner si allontana da un'Europa dilaniata dalla Seconda Guerra Mondiale e si lancia in un viaggio nel lontano Oriente: da Singapore all'India, passando poi in Tibet e infine in un remotissimo deserto cinese, ove si troverebbe la mitica città di Agartha, patria degli sfuggenti superuomini su cui si sono concentrati anni e anni di ricerca da parte della Ahnenerbe.

A fargli da guida ci sono gli appunti raccolti dagli avventurieri e dagli studiosi che l'hanno preceduto in questo viaggio iniziatico, in particolare Dietrich Eckart e Georges Ivanovič Gurdjieff. Ma non solo: anche l'ombra, l'identità del defunto professor Wood accompagnerà Werner per tutto il viaggio, rischiando più volte di sovrapporsi con l'identità dell'ufficiale nazista, in un delirio in parte dovuto alle estreme difficoltà del viaggio e in parte alle conoscenze esoteriche di cui il tedesco è intriso.

La prima parte del romanzo ha, come accennavo, degli ottimi e suggestivi richiami ai cari, vecchi romanzi d'avventura, con l'attraversamento dell'India britannica che ricorda alcuni celebri film degli anni '70 e '80. Lasciato il paese del “cancro Gandhi”, come viene definito da Werner, il viaggio diventa immediatamente più cupo e iniziatico. L'attraversamento delle montagne del Tibet, al seguito dei silenziosi sherpa e dei misteriosi monaci monpa, sfida le convinzioni dell'ufficiale tedesco, tra l'altro sempre convinto di essere seguito da qualche sicario inglese incaricato di far fallire la sua missione.

Attraversate le montagne più alte del mondo, il viaggio farà quindi tappa nelle propaggini più estreme della Cina, dove Werner si affida alla tribù dei nomadi demonolatri yazidi per cercare la città di Agartha, meta ultima del suo viaggio. Su cui, ovviamente, non vi rileverò nulla di più.

La scrittura di Posse è al contempo forbita, ricca di riferimenti storici, filosofici e orientalisti, e scorrevole. Il senso di estrema fluidità si percepisce nello scorrere veloce delle pagine, dove l'avventura ben si amalgama con il ritratto pressoché perfetto di cos'era e come ragionava un tipico ufficiale delle SS hitleriane, senza inutili e grossolani eccessi tarantiniani.
Libro per molti versi imperdibile, ma di certo non per tutti.

Consigliatissimo.

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