2012 – L'ultimo grido del Mondo
di Matteo Poropat
Ebook autoprodotto
(recensione inedita)
Sinossi
Per Sebastian Shaw,
presentatore televisivo ormai di fama mondiale, il futuro non
potrebbe essere più buio. Un’accusa per molestie sessuali.
Orribili incubi che lo tormentano. Quel senso di predestinazione, che
sembra deciso ad accompagnarlo verso l’anno a venire, il 2012, e a
una nuova puntata della sua trasmissione. Dove la sua vita, come
quella del mondo intero, potrebbe concludersi con un ultimo,
terribile grido.
Commento
L'ultima novel di Matteo
Poropat, vera e propria autorità per quel che riguarda
l'impaginazione di ebook e l'evoluzione dell'editoria digitale
italiana, è una lieta sorpresa nel campo delle autoproduzioni
nostrane.
2012 – L'ultimo
grido del Mondo, è un racconto apocalittico sulla
falsariga di un lovecraftismo moderno, calato cioè (come il
titolo fa intendendere) in un contesto contemporaneo, senza
barocchismi o scimmiottamenti dello stile del comunque amato HPL.
Il protagonista della
novel, Sebastian Shaw, è un anchorman di successo, una vera e
propria celebrità catodica. In un 2012 che sembra inizialmente
lontano dalle stravanti apocalissi predette dai Maya Shaw si trova
incastrato in un'accusa che potrebbe rovinargli la carriera. L'unico
modo per farla franca è accondiscendere alla richiesta dei tre
direttori esecutivi della sua emittente, che gli chiedono di dar
spazio a un inquietante telepredicatore appartenente a una
misconosciuta Chiesa...
2012 è
dunque un racconto catastrofico che narra i fatti – o più
precisamente la cospirazione – che portano alla suddetta
catastrofe. Bella l'idea della fine del mondo gestita da una potente
emittente televisiva e non dai soliti militari, servizi segreti
deviati o terroristi fanatici. I tre membri del CDA che ordiscono il
piano per incastrare Shaw sono dei personaggi piuttosto riusciti,
giusto punto d'equilibrio tra i classici cultisti a la Lovecraft e i
più classici e biechi dirigenti televisivi (almeno, per come
li immaginiamo noi semplici mortali).
Ottimi i siparietti di
contorno alla narrazione principale, in cui seguiamo alcuni
telespettatori che, loro malgrado, verranno condizionati dall'ultima
trasmissione condotta da Sebastian Shaw. Forse avrebbero meritato più
spazio, visto che c'erano tutti i presupposti per farlo.
Il finale, su cui non
spoilererò per non rovinarvi la sorpresa, è molto
azzeccato e originale al punto giusto, ossia senza voler strafare e
al contempo senza scadere nel dejà vu più banale.
In sostanza 2012 –
L'ultimo grido del mondo è una novel godibile e ben
scritta, che non persegue nessun obiettivo se non quello di
intrattenere il lettore, riuscendoci. Pregevole, a mio parere, il
citazionismo e le atmosfere lovecraftiane, senza però scadere
nella tentazione di clonare per l'ennesima volta frasi ed espressioni
del Solitario di Providence.
Una cosa su cui dissento
è la scelta del titolo: quel 2012 era francamente evitabile.
Tuttavia, si sa, farà molto gola ai motori di ricerca ;-)
Ormai mancano anche a me poche pagine alla fine di questo ebook. Da quello che ho letto fin'ora, l'incipit zoppica un pochino, però poi la trama evolve e avvolge. A un certo punto non lo si vorrebbe più mollare. Ma ne parlerò sul mio blog quando sarò giunto al termine ^_^
RispondiEliminaGrazie della rece, Alex!
RispondiEliminaSui vari punti concordo con te, compreso il titolo. L'aggiunta del 2012, oltre a un richiamo come dicevo alla raccolta per cui è nata, è un bieco modo di attirare visitatori ai quali "l'ultimo grido del mondo" interessa meno dell'anno in cui viene... urlato :)
Dei personaggi sono contento che i tre ti siano piaciuti. Il charachter design, se esiste una cosa del genere, non è il mio forte, tendo sempre ad avere personaggi piuttosto vaghi e indistinti. Tant'è che qua credo si veda meglio il trio ad esempio, rispetto al protagonista (delineato ma solo fino a un certo punto).
Mi fa piacere anche che ti sia goduto il finale, non convenzionale, e la frammentazione dei punti di vista del momento apocalittico. Sicuramente avrebbero dovuto essere ampliati. Ma il racconto già così era troppo lungo, per la raccolta iniziale e poi temevo che avrei annacquato la (già un po' esile) storia.
Io devo ancora leggerlo, ma sono sicuro che mi piacerà. Sia perché i precedenti ebook di Matteo mi erano piaciuti, sia perché alcune cose che hai citato in questa recensione mi intrigano di già. :)
RispondiEliminaCiao,
Gianluca
L'ho letto già e mi è sembrato un racconto senza sensazionalismi ma del resto scritto bene e fatto apposta per intrettenere il giusto. Bella l'idea di mandare in diretta l'apocalisse (a che ora è la fine del mondo? cantava il Liga).
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