lunedì 21 gennaio 2013

Il tennis come esperienza religiosa (di David Foster Wallace)



Il tennis come esperienza religiosa

di David Foster Wallace

Einaudi Editore

96 pagine, 10 euro (6.99 euro in formato ebook)








Sinossi

Negli anni della giovinezza e prima di diventare forse il piú grande innovatore della letteratura americana contemporanea, David Foster Wallace si è a lungo dedicato al tennis, entrando nelle classifiche regionali e sfiorando la fama che ha saputo costruirsi altrove, e con ben altri esiti. E il tennis è rimasto una delle sue grandi passioni, tradotta in pagine memorabili, da Infinite Jest a Tennis, Tv, trigonometria e tornado. Fino a questi due grandi saggi, qui raccolti insieme per la prima volta e dedicati rispettivamente a Roger Federer e a un'epica edizione degli Open, ma anche a mille altre cose: lo scontro omerico tra il talento e la forza bruta, tra la bellezza apollinea di una volée perfetta e gli interessi economici «sporchi» che ruotano intorno a ogni sport; il mistero ineguagliabile di uno sport che sembra basato su una moltiplicazione geometrica delle variabili, ma che, in fondo, si riduce al confronto di un atleta con se stesso e con i propri limiti, tra solipsismo e trascendenza. Il tutto, nella lingua immaginifica e inimitabile che i fan di David Foster Wallace hanno imparato da tempo a conoscere e amare.  (Dal sito dell'editore)

Commento

David Foster Wallace non è un autore semplice da affrontare. Tanto è ipnotica la sua prosa, tanto è facile perdersi tra parentesi aperte e chiuse parecchie pagine più in là, divagazioni estemporanee e altre piacevolezze.
Questo libro, Il tennis come esperienza religiosa, è in realtà un volumetto che racchiude due articoli scritti a distanza di quasi dieci anni l'uno dall'altro.
Il primo racconta di una storica edizione degli US Open (Democrazia e commercio agli US Open), mentre il secondo tratta in maniera estatica, filosofica, lo stile di gioco di uno dei più grandi talenti di sempre, Roger Federer (Federer come esperienza religiosa).

In entrambe i casi lo stile narrativo di Wallace, a sua volta tennista praticante, è teso alla percezione dell'armonia e del bello, che in questo sport (da molti definito "il più solitario di tutti") è un valore aggiunto, una parte integrante del gioco e dello spettacolo.
L'autore riesce a regalarci evocative descrizioni delle partite trattate nei due articoli, in particolare per quel che concerne Roger Federer, vero e proprio modello filosofico, sportivo ed estetico per come dovrebbe essere il tennis "puro", inteso come sport a metà tra l'aristocratico e il battagliero.

Se non amate il tennis, potrete comunque apprezzare questo esercizio scrittorio di Wallace, prendendo un assaggio del suo stile superdescrittivo, che si perde tra momenti di divagazione piacevole e altri di entusiasmo puro, genuino, come una cronaca in diretta, più che come un racconto scritto a posteriori.
Se invece amate racchette, campi di terra battuta e interminabili sfide che assumono spesso significati più complessi del semplice gioco, beh, questo è il vostro libro.

lunedì 14 gennaio 2013

Demonio (di Graziano Diana)

Demonio

di Graziano Diana

Einaudi Editore

176 pagine, 15 euro










Sinossi

Gabriele ha trovato sorella, madre e padre uccisi in un lago di sangue. Tutto sembra accusare il padre: che si sarebbe suicidato dopo la strage. Perché allora Gabriele dice a tutti con certezza che «non è stato il padre?» Perché Gabriele, quando è arrivato sulla scena del delitto, ha visto qualcosa. Qualcuno. Qualcuno che lui riesce solo a definire «demonio». Da quel giorno la sua vita si affolla di strane presenze. Qualcuno lo segue. Qualcuno cerca di ucciderlo. Gabriele comincia a indagare, diventa detective. Perché, su un foglio dell'agenda del padre, c'è la stessa misteriosa frase latina che lui è sicuro di aver sentito pronunciare dalla terrificante creatura? Nella luce della Roma di oggi, tra architetture moderniste e gallerie d'arte, Gabriele scopre di dover combattere per la propria salvezza. Per salvarsi dal male. E da un destino molto peggiore della morte.

Commento

Dalla quarta di copertina scopro che Graziano Diana è al suo primo romanzo, ma è un regista e sceneggiatore di lungo corso, con collaborazioni molto importanti alle spalle (Ultrà, Canone Inverso, La Scorta, Ultimo etc etc).
Demonio (titolo poco azzeccato), parte come un giallo, ma prestissimo fa una virata decisa - aggiungerei coraggiosa - verso l'horror esoterico, prendendo un po' spunto dai thriller a fondo soprannaturale/religioso che oggi vanno tanto per la maggiore.
Tutto parte da un terribile fatto di cronaca come, ahimè, se ne sentono troppi ai notiziari: le stragi della follia, quelle che avvengono tra le mura domestiche. E' il protagonista a scoprire la propria famiglia sterminata da suo padre, che poi si è fatto saltare la testa con un fucile. Mentre gli inquirenti premono per chiudere in fretta il caso, Gabriele è sempre più convinto che sulla scena del delitto ci fosse qualcun altro, la cui presenza ha poco di terreno e molto di diabolico.
Non potendo raccontarvi troppo (rischiando così di rovinarvi la lettura), posso tuttavia confermare che Diana ha il coraggio di portare fino in fondo una storia che non si risolve con la solita trovata positivista-razionalista all'ultima pagina. No, la trama si tinge sempre più di soprannaturale, trascinandosi verso un finale cupo e con ben poco di rassicurante. Proprio come ci si aspetta da un buon horror senza compromessi.

Diana ha una scrittura pulita, ma che non disdegna introspezioni, ricerca psicologica, sviluppo dei personaggi, anche se quest'ultima fase rimane incompiuta per quel che riguarda i comprimari del romanzo. Dovessi fare dei paragoni, per quel che servono, direi che l'autore ricorda un pizzico Danilo Arona, per quel che riguarda alcune trovate narrative, e ha un po' della malinconia di fondo propria dei romanzi di John Connolly. Fatte le debite proporzioni, ovviamente.
Buoni i risvolti "esoterici" della trama, anche se potevano essere approfonditi molto di più; invece l'autore si limita a darne una descrizione un po' troppo sommaria, senza addentrarsi in quella che a mio parere è una trovata originale e molto interessante. Da qui viene facile dire che il più gran difetto del romanzo è forse l'eccessiva brevità: 15 euro per 176 pagine a caratteri. Non proprio spiccoli. Insomma, non è esattamente quel che si dice un prezzo competitivo.
Demonio si presterebbe a un sequel, magari in grado di riprendere i tanti punti interrogativi lasciati in sospeso. Io di solito non amo scelte editoriali di questo genere, ma in tal caso sarei il primo a invitare Graziano Diana a dare un seguito a questo suo romanzo. 

venerdì 4 gennaio 2013

Incognito (di Ed Brubaker e Sean Phillips)



Incognito (volume uno e due)

di Ed Brubaker e Sean Phillips

Icon Comics (Panini Comics per l'Italia)


160 pagine, 14 euro (volume uno), 128 pagine, 12 euro (volume due)







Sinossi

Dai creatori di Criminal uno dei più folli fumetti dedicati a un super-criminale! Che cosa faresti se fossi un ex super-criminal che ora si nasconde protetto dal Programma Testimoni, ma tutto quello che riesci a pensare sono i giorni in cui vivevi al di sopra delle regole? Sopporteresti un’esistenza mediocre dopo esserti spinto per anni oltre il limite? E se non ci riuscissi, cosa succederebbe? Incognito è la miniserie più anticipata dell’anno, un esplosivo mix fra fumetto supereroistico e noir, confezionato dal collaudato team composto da Ed Brubaker (La morte di Capitan America) e Sean Phillips (Marvel Zombies). 

Commento

Parlare di una delle mie saghe a fumetti preferite è complicato perché rischio di utilizzare fin troppo toni entusiastici. Tuttavia è il momento di dirvi qualcosa su Incognito, l'ottima saga noir-supereroistica inventata dal talentuoso Ed Brubaker.

Immaginate un mondo simile al nostro, ma in cui dal 19° secolo esistono persone dotate di superpoteri. Tutto è iniziato con la caduta di un misterioso oggetto radioattivo nel New England. Chiunque ne è venuto a contatto ha maturato abilità e poteri fuori dall'ordinario.
Il primo è stato un ergastolano in fuga, Kenneth Lee, ribattezzato poi Black Death. Da allora, a causa del contatto ravvicinato e diretto con l'oggetto piovuto dallo spazio, è il criminale (immortale) più potente del pianeta.

Sono proprio i criminali ad aver dapprima sfruttato la nuova opportunità arrivata come manna dal cielo, creando vere e proprie società dedite a furti, rapine, omicidi e spaccio, gestite però da tizi con superpoteri. ( Collapse )
Poi anche la Legge ha sfruttato l'occasione. Il geniale e controverso professor Zeppelin ha creato un'agenzia governativa per combattere il crimine “extraumano”. Si tratta del SOS, inizialmente mosso da metodi di studio per così dire lombrosiani, ma col tempo diventato ipertecnologico, al punto di sintetizzare un siero in grado di reprimere i superpoteri.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il SOS ha adottato la politica di celare al mondo quante più testimonianze riguardanti la lotta coi criminali dotati di abilità straordinarie. Possiamo definirla una strategia di disinformazione atta a mantenere un'illusorio velo di normalità per nascondere i disastri compiuti durante lo scontro tra Legge e Caos.

In questo scenario si muove Zack Sterminio, ex “uomo di fatica” di Black Death. Zack, così come il suo defunto fratello gemello, è dotato di forza e agilità fuori dal normale. Proprio in seguito alla morte del fratello ha tradito l'organizzazione, passando al soldo del SOS, nel Programma Protezione Testimoni. Questo cambio di bandiera gli è costato però caro: Zoe Zeppelin, figlia del leggendario creatore del SOS, gli ha imposto di sopprimere i suoi poteri assumendo regolarmente la medicina inibitrice, nonché di accettare un normalissimo lavoro di copertura in qualità di impiegato di una multinazionale.
Ma quanto può resistere calato in una vita normale e assolutamente noiosa?

Questo è il primo interrogativo per così dire filosofico che Brubaker pone indirettamente al lettore. Dove sta scritto che condurre una vita perfettina, ligia al dovere e di completo anonimato sia meglio che non liberare gli istinti, rompere le regole e sfruttare al massimo le nostre potenzialità?
In Incognito il punto di vista è quello di Zack, un ex criminale pluriomicida; tuttavia le domande che si pone potrebbero adattarsi, fatti i dovuti distinguo, a molti di noi.

Al di là di questi risvolti piuttosto seriosi, Incognito è anche (anzi, soprattutto) una saga che trasuda di atmosfere noir, dai disegni ai personaggi, dalla sottile linea che separa i buoni dai cattivi ai misteri svelati poco a poco e mai fino in fondo.
Sullo sfondo c'è il lento svelarsi della vera natura dell'oggetto che duecento anni prima ha portato alla nascita dei Super, un mistero così grande che a molti tra coloro che lo scoprono risulta del tutto impossibile da accettare. Se però questo è appunto soltanto lo sfondo, l'ambientazione generale, il nocciolo della storia è costituito dalle vicessitudini di Zack Sterminio, che di certo non rimarrà a lungo schiavo della sua nuova vita da impiegatuccio.
Tra tradimenti, doppio gioco, regolamento di conti, malavita e ricchissime suggestioni dieselpunk, Incognito scorre via che è un piacere, senza mai annoiare e senza cadere nei più ritriti cliché del fumetto supereroistico.
Al momento ci sono due album autoconclusivi, entrambi tradotti in italiano e pubblicati da Panini Comics. Quasi certamente ne arriverà un terzo e ultimo. Nell'attesa vi consiglio di farvi trascinare nel mondo violento di Zack Sterminio, di Black Death e dei supercriminali che lo abitano.

"Tutto intorno a te appare vuoto.
E così, un giorno, finalmente vedi...
Vedi chiaramente... per la prima volta. E capisci perché sei qui.
Perché tutti noi facciamo quel che facciamo.
E finalmente puoi preparare la tua fuga."
(Incognito - Cattive Compagnie)